Spazio X

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Numero 3 Loredana Ragosta

Venere, la dea dell’Amore

È fondamentale nei contatti affettivi dell’Io con l’ambiente esterno e nella costruzione di un senso di autostima personale

Venere è il secondo pianeta personale e il secondo per distanza dal Sole (Mercurio e Venere sono gli unici due pianeti che si trovano tra la Terra e il Sole), dal quale si può allontanare al massimo di 48°. Venere è visibile a ovest o a sud-ovest dopo il tramonto (stella della sera) o a est o a sud-est prima dell’alba (stella del mattino), spesso a un’altezza notevole sopra l’orizzonte.
Rappresenta i primi contatti affettivi dell’Io con l’ambiente esterno all’inizio del suo adattamento sociale, le prime forme di socializzazione. La sua funzione riguarda espressamente la costruzione dei fattori affettivi, parte importantissima per la strutturazione dell’Io e fondamentale tappa nella vita infantile per giungere alla costruzione di un senso di autostima personale, di un sano rapporto con se stessi e con gli altri e di una capacità di riconoscere i valori interni che costituiscono i parametri individuali su cui agisce la capacità di scelta.
Tutte le potenzialità che il pianeta offre derivano dalla parola affetto.
Venere è il pianeta che permette di essere attratti dal mondo esterno e quindi di non restare fissati su di sé, insieme a Mercurio; ha il domicilio primario in un segno d’Aria, elemento che ricorda il bisogno vitale della persona di relazionare e scambiare.
Grazie a Venere l’individuo inizia a sperimentare quel contatto umano profondo da cui scaturirà il desiderio di entrare in comunione con altre persone. Essa simboleggia per un verso la capacità di amare, il calore e le tonalità dei sentimenti, come l’individuo li esprime, l’affetto e le relazioni in genere e per altro il rapporto edonistico con le cose, il bello, il piacevole. Da ciò si sviluppa il fascino personale ed il senso estetico della persona.
Il simbolo venusiano a volte viene confuso e sovrapposto con quello lunare: in realtà, Venere rappresenta l’incontro con la parte del piacere e della gratificazione che giungono dalla relazione e alimenterà la strutturazione di quella funzione psichica chiamata capacità di amare e di entrare in relazione, mentre la Luna fornisce protezione e nutrimento emotivo creando quel senso di attaccamento che porta il soggetto a trovare dentro di sé la capacità di contenere le emozioni, di proteggersi dalle situazione distruttive (interne ed esterne) e di imparare a dar vita e far crescere. La Luna è molto legata al bisogno di radicamento ed alla creazione di una situazione emotiva stabile in cui poter poi far nascere e crescere qualcosa che dia anche un senso di continuità alla vita. Venere è, invece, la modalità con cui si sperimenta la relazione e l’amore, ma rappresenta anche il senso di umanità condivisa e la voglia di scambiare con altri.
Venere stimola in età adulta l’individuo a cercare nelle relazioni, qualsiasi esse siano, il senso di condivisione e di cooperazione, premesse indispensabili alla vera costruzione di un senso sociale che prenda in considerazione gli altri come esseri aventi uguali opportunità ed uguali diritti pur essendo tra loro molto diversi (passaggio dalla Bilancia all’Acquario e dalla settima alla undicesima casa).

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Glifo: esso è formato da un cerchio con una croce verso il basso. La tradizione attribuisce una prevalenza al cerchio (carnalità, desiderio ed edonismo), sulla croce (aspetto più mistico e spirituale).

Venere non è solo la grande seduttrice amorosa: può considerarsi venusiano (e attrattivo) tutto ciò che piace e che, pertanto, si vorrebbe portare all’interno della propria vita. È, difatti, per mezzo di Venere che, da adulti, ci si può innamorare dell’arte, della musica, della filosofia e di tutto ciò che stimola il nostro desiderio di conoscere purché questo sia il riflesso di qualcosa che è anche dentro di noi e che, una volta conquistato, aumenta il senso di valore personale e di gratificazione.
Venere è, dunque, importantissima per la formazione dell’Io in quanto è proprio dalla sperimentazione dell’interazione basata sullo scambio affettivo e sulla reciproca voglia di stare insieme che il Sé permetterà all’Io di sentire che esiste.
Venere è parte del principio di piacere e quando la persona è in linea con questo archetipo prova gratificazione in ciò che fa, desidera o ama, e ciò aumenta il suo senso di identità. Ciò che piace costituisce, in sostanza, ciò che valorizza; ciò che non piace, non avendo alcun valore per la persona, la lascia indifferente.
Venere pone l’accento sul fatto che le relazioni sono basate su gusti personali, su scelte razionali e sulla capacità di valorizzare prima sé stessi e poi gli altri, e sono mosse dal desiderio di superare il senso di separazione che l’Io sperimenta, cercando punti di condivisione con le persone che ci piacciono, che ama e con le quali desidera entrare in un rapporto di reciproco scambio e condivisione. In questo Venere è inconfondibilmente diversa dalla Luna che invece ricerca sempre la fusione emotiva sperimentata nella diade madre-bambino; Venere imposta relazioni paritarie e pertanto necessita che entrambi i soggetti della relazione abbiano acquisito il senso di separazione e cerchino spazi di condivisione.
Venere è un pianeta di Aria in quanto tutto ciò che la riguarda deve giungere da un atto cosciente: l’amore stesso deve basarsi su una scelta ed una valutazione, contrariamente all’innamoramento che è una pulsione derivante direttamente dall’inconscio e che spinge alla mera riproduzione.

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Nel mito di Afrodite si scorgono alcuni elementi interessanti da analizzare a livello psicologico per meglio capire l’archetipo venusiano. Afrodite, difatti, sceglieva sempre, non era mai scelta: era lei a sfoggiare il cinto magico che la rendeva irresistibile agli occhi di chi desiderava conquistare. Tuttavia, per colpire il cuore dell’altro e far scattare la scintilla dell’amore ella doveva rivolgersi ad Eros, essendo lui che possedeva le frecce ed era lui l’unico che poteva lanciarle. Questo sembra sottolineare che, tra il momento della visione dell’altro e quello dello scatenarsi del desiderio che prelude al sentimento, deve necessariamente intercorrere un certo tempo che, a livello simbolico, rappresenta quello spazio di riflessione in cui entrano in gioco la valutazione e la ragione.
L’amore, come evidenziato dal mito, esige riflessione; senza una necessaria valutazione delle reali capacità di accettazione di sé e dell’altro, non si passa mai dallo stato di innamoramento a quello di amore e mai si arriva ad una significativa ed autentica relazione adulta con l’alterità. Questo è il motivo per cui Venere è considerata un pianeta personale.
Il potere seduttivo di Venere è un gioco sottile e prezioso: spesso si attiva attraverso lo sguardo, al punto che Platone parlava dell’amore come malattia degli occhi.
In astrologia, analizzando il simbolo di Venere nel segno e nella casa in cui si trova ci si può fare un’idea precisa sui gusti della persona e su ciò che ella deve attirare per sperimentare un incremento di benessere e di autostima.
A Venere si associa anche quella zona della nostra psiche che è preposta alla cooperazione e all’altruismo.
Venere, inoltre, accentua il lato sensoriale possessivo ed il bisogno di conoscere la realtà attraverso l’esperienza tattile e visiva e corrispondere, tra l’altro, al gusto per le sfumature, alla ricerca di raffinatezza, alle buone maniere, alla cortesia, al savoir-faire, alla diplomazia ed al potere di seduzione. Essa non è mai filosofica ma piuttosto edonistica e scompensa l’equilibrio psichico dell’individuo se non trova soddisfazione a livello materiale.
L’atteggiamento tendenzialmente edonistico di Venere attribuisce, ancora, all’individuo un bisogno di pace e serenità, di armonia, anche in termini di conduzione di una vita comoda ed agiata, senza conflitti e traumi. L’edonismo vesuviano inclina verso le gioie semplici della vita.
L’amore, così come Venere lo intende, produce una spinta alla crescita con una modalità estremamente interessante: prima illude di trovare l’uguale a sé all’esterno, poi pian piano la conduce verso le differenze (prima esterne e poi interne) e così l’aiuta a ritrovarsi e a completarsi, utilizzando la relazione da sé con l’intento di indirizzarla gradualmente ad un vero senso di partecipazione al mondo, unica possibilità per ritrovare il senso di totalità perduto. È un ritorno all’armonia in piena consapevolezza e in piena libertà.
Venere attraverso l’amore seduce e, illusoriamente, allontana l’uomo da se stesso, mentre in realtà, proprio attraverso lo specchio dell’altro, lo traghetta nel nostro mondo interno e gli fa scoprire quella parte di sé che risuona nella proiezione e che deve essere risvegliata (in questo Venere è un principio di conoscenza per l’Io); successivamente, opera per riportarlo – sempre attraverso l’amore e la relazione – a quel senso di partecipazione al mondo, alla specie e all’universo.
L’Io attraverso Venere vive l’esperienza di un Tu che dovrà presto o tardi diventare un Noi.

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