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Numero 5/2017 Leandro Avolio

“La Porta Ancestrale”: dalle cinque fasi di Elisabeth Kübler Ross, una coinvolgente reinterpretazione narrativa della vita

Per un credente la strada rimane ugualmente tortuosa, ma abbracciando la fede il percorso è in discesa

Impossibile non affermare che, varcata la soglia dell’adolescenza e della giovinezza, ognuno di noi non contempli con una certa sporadicità l’antico denominatore che ci accomuna tutti; il pensiero della morte.
Ne sapeva qualcosa la pioniera dott.ssa Elisabeth Kübler Ross (1926 – 2004), psichiatra di nazionalità svizzera emigrata in America la quale, dopo aver lavorato per anni a stretto contatto con pazienti terminali, ha sviluppato nel 1970 un modello a cinque fasi che analizza minuziosamente l’elaborazione del lutto.
A distanza di quasi cinquant’anni, quale aspirante scrittore campano, reinterpreto l’argomento in un racconto descrittivo di genere fantastico, delicato e cruento. “La Porta Ancestrale” coinvolge il lettore all’interno di una storia drammatica per niente scontata che, in un perpetuo ed eterno dibattito tra scienza e fede, abbraccia il pensiero di un profondo ed inestimato valore della vita umana. Sebbene non sia un libro di narrativa religiosa, il messaggio che si vuole trasmettere trova le sue fondamenta all’interno della Bibbia, con Marco 13, 35-36 (Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati).
E benché non sia stata data un’impronta geografica ben definita al contesto in cui si svolge la narrazione, l’idea del messaggio nasce anche attraverso uno degli esempi lampanti di attualità, uno peggiori cataclismi distruttivi presenti all’interno del tessuto urbano locale che la popolazione sta subendo per mezzo di mano umana; parliamo della micidiale “terra dei fuochi”.
In Campania, le statistiche riscontrano un esponenziale e spropositato aumento tumorale, proprio a causa di migliaia di roghi tossici in tutta la regione. È diventato comune oramai vivere sulla propria pelle la quotidianità di decessi precoci, specialmente quando si tratta di amici, familiari, conoscenti. La morte si innesca all’interno di un ciclo ricorrente, costante, ridondante; la si affronta quindi in due modi, con la speranza o con la rassegnazione.
Per un credente la strada rimane ugualmente tortuosa, ma abbracciando la fede il percorso è in discesa. Il grande passo non diventa un salto nel baratro, piuttosto un trampolino di lancio verso qualcosa di più grande, più in alto di noi. Non bisogna aver paura di morire, piuttosto combattere per vivere una vita ricca di sane emozioni e di buoni propositi. Analizzando la copertina, in evidenza risaltano una porta medievale, delle ali ed una spada: ci si rende conto che si tratta di elementi figurativi estremamente spirituali, i quali, contenuti all’interno del racconto, hanno un loro perché in ogni sezione della storia; il disegno tracciato, dunque, è un’immagine saliente e significativa che predominerà all’interno della narrazione. Leggendo inoltre la quarta di copertina (il retro del libro), l’abstract della novella cattura l’attenzione con pochi semplici righe: “L’Arcafè è un ‘american-style’ pub anni ’80 rinomato per la sua buona cucina e per il servizio impeccabile. Un giorno come tanti, Tommaso, cliente abitudinario del locale, ne varca l’uscio d’entrata e si accomoda al tavolo riservato a suo nome. La sua quotidianità verrà stravolta quando, di li a poco, eventi a lui incomprensibili gli cambieranno per sempre la vita. Il racconto di un viaggio metafisico che affronta una tematica umanistica drammatica e multidisciplinare, le cinque fasi del lutto”.
Le mie conclusioni: oggigiorno, dai media, siamo sempre più soggetti all’ascolto di continue fatalità e drammatici orrori che pervadono il mondo intero. Eppure, sembriamo assopiti da queste notizie, senza interrogarci davvero su quanto potrebbe essere fatto per evitarlo.
La vita è preziosa, è un dono, ed è così che dovremmo viverla; al risveglio del mattino, non sappiamo come sarà la nostra giornata, ma anziché affannarci con futili mondanità, spesso legate ad effimeri desideri di poco conto, dovremmo staccare la spina dai nostri canoni standard ed abbracciare la bellezza del Creato, la straordinarietà di ciò che siamo, fare quel che possiamo per essere di aiuto al prossimo e ringraziare ogni giorno Dio per ciò che ci è stato dato.
Concludo, sperando che “La Porta Ancestrale” susciti interesse in voi e che possa diventare la vostra prossima lettura. Per tutti gli interessati che hanno intenzione di saggiare il testo, è possibile reperire il libro in esclusiva su Amazon sia in formato cartaceo che in formato elettronico.
Ringrazio di vero cuore la redazione di Ergane, saluto con affetto la Puglia intera e tutti i suoi cittadini. In bocca al lupo e buon rientro dalle vacanze.

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