Benessere

Disegno di Antonella Tamiano
Disegno di Antonella Tamiano
Numero 1 Giuseppe Lamendola

Kinesiologia, quando il corpo "parla"

Fondamentale è il linguaggio del corpo per ottenere le giuste risposte e trovare i rimedi adeguati. Il test kinesiologico rappresenta un’ ottima forma di prevenzione perché permette di diagnosticare un disturbo prima ancora che sia diventato evidente.

Secondo la kinesiologia ogni muscolo è collegato energeticamente a un organo o a una funzione (proprio in accordo con l' antica teoria dei meridiani cinesi, che è parte di questa disciplina), e la sua forza o debolezza riflettono lo stato dell'organo o della funzione connessi. Scoperte, queste, che risalgono agli anni Sessanta quando un geniale chiropratico americano, George Goodhart, incuriosito dal fatto che in presenza di certe malattie, determinati muscoli rimanessero sempre deboli a dispetto di ogni tentativo di rafforzamento, arrivò a stabilire la connessione con gli organi e a fare questa stupefacente affermazione: "Il corpo non mente. Tutto sta a porre la giusta domanda nella giusta maniera". Di qui l'origine del test muscolare la parte diagnostica della kinesiologia una sorta di raffinata lettura del linguaggio del corpo che non è però alla portata di tutti.
Per la maggior parte di noi occidentali sono incomprensibili e incredibili i risultati che può dare la kinesiologia, ma per una persona che conosce questa disciplina può essere di inestimabile valore.
Attraverso il test muscolare, se il muscolo cede c'è qualcosa che non va, normalmente il kinesiologo sceglie il muscolo da testare e ne saggia la resistenza. Quindi pone una domanda e prova di nuovo la forza: se il muscolo resta forte l'organo connesso è molto probabilmente sano, se invece cede significa che qualcosa non va. Per esempio, i disturbi allo stomaco sono di solito collegati all'indebolimento del pettorale maggiore, lo stress al sartorio, muscolo interno della coscia che è in relazione con le ghiandole surrenali. Quanto allo psoas, che attraversa l'addome, è il muscolo rilevatore di disturbi renali.
Con la kinesiologia le sorprese non sono finite, si è scoperto infatti che ai fini del successo del test, non è indispensabile scegliere il muscolo specifico del problema ipotizzato: basta esaminarne uno qualsiasi, che sia abbastanza forte e comodo (in genere il deltoide), e formulare le domande anche tacitamente.
Insomma, è come se fra esaminatore ed esaminato si stabilisse una linea diretta, un dialogo stupefacente che si svolge sulla base di un linguaggio binario sul modello di quello del computer e taglia fuori del tutto la persona esaminata: inutile infatti tentare volontariamente di influire sui risultati, perché il corpo va per la sua strada.
Le domande che pone il kinesiologo nel corso del test kinesiologico sono le più diverse: si inizia chiedendo al corpo che cosa non va e si passano in rassegna organi e funzioni, finché si arriva a una risposta positiva.
Tutto questo avviene in modo velocissimo, anche perché la risposta valida è quella immediata, dato che nel giro di pochi secondi il corpo si adatta e il muscolo riprende forza.
Occorre precisare che il test è valido anche in assenza di sintomi, anzi è un ottimo strumento preventivo perché permette di diagnosticare un disturbo prima ancora che sia diventato evidente. E ancora: il test coglie i problemi emotivi che spesso sono all'origine dei disturbi e che spiegano perché le cure a volte non funzionano. Traumi, paure, violenze, possono creare patologie psichiche oppure organiche che si ripresentano se non vengono rimosse le cause.
Il nostro vissuto, infatti, è stivato nella banca dati della memoria e lì giace anche se ne siamo inconsapevoli.
Ma alla domanda giusta il corpo risponde senza esitazione. Le applicazioni diagnostiche della kinesiologia sono infinite: viene utilizzata ormai da diversi dentisti per accertare la presenza di una malocclusione dentale, causa di molti squilibri posturali. Si ricorre testando il muscolo dapprima a bocca chiusa, e subito dopo, tenendo tra i denti dei tamponi che eliminano l'eventuale interferenza negativa provocata dalla malocclusione. Se il muscolo indicatore si indebolisce a bocca chiusa significa che c'è un problema a livello dell'articolazione temporo-mandibolare e che bisogna, in pratica, “sistemare i denti”.
Un altro interessante campo d'impiego dei test muscolari è la diagnosi di allergie alimentari. In questo caso si fanno masticare pezzetti di diversi alimenti in successione (la bocca va sciacquata tra l'uno e l'altro) testando il muscolo: quando cede vuol dire che l'alimento non è ben tollerato.
Il test funziona anche solo tenendo a contatto di pelle l'alimento, oppure addirittura pensandolo.
Stesso procedimento per farmaci, rimedi omeopatici, piante; insomma, per tutto ciò che si vuole utilizzare per la terapia. I test muscolari indicheranno se è adatta o meno al soggetto. Una volta decisa la cura, di tutti i presidi terapeutici possibili la kinesiologia è in grado di scegliere quelli più favorevoli alla situazione patologica in esame. Dopo il trattamento saremo in grado di valutare, con lo stesso sistema, se la cura ha avuto successo. Ma ci sono casi in cui il test muscolare non funziona, per esempio quando un organismo è intossicato: in questo caso può dare risposte non credibili. O il terapeuta può fare domande sbagliate.
Però c'è un modo di scongiurare l'eventualità che ci sia un errore: prima di iniziare il test si fanno al corpo tre domande-chiave che riguardano altrettante possibili fonti di errori.
Il primo caso, che noi chiamiamo switching, è la distorsione del segnale: è la situazione di chi scambia le informazioni, dicendo per esempio “destra” quando intende “sinistra”.
Il secondo caso è il cosiddetto muscolo congelato, un segno tipico dello stress per cui il muscolo da testare resta sempre rigido.
Il terzo è l'inversione psicologica: succede quando si è convinti, per esempio, di voler guarire o dimagrire ma nel profondo il corpo è contrario e risponderà di conseguenza. Con il test muscolare siamo in grado d'identificare la correlazione con la patologia presente lamentata dal paziente di eventi avvenuti anche molti anni addietro e spesso risalenti alla infanzia se non addirittura alla vita intrauterina con un test chiamato "arco temporale".
Possiamo concludere dicendo che la kinesiologia riesce a evidenziare eventi traumatici non superati e che per tale motivo creano le condizioni per l'insorgenza di numerose malattie anche gravi. La kinesiologia consente inoltre l'identificazione dei rimedi terapeutici più adatti ad aiutare i pazienti a rimuovere questo ostacolo posto sulla via della loro guarigione.

Sono un fisioterapista da più di 30 anni e pratico la reflessologia da 28 e da quando mi occupo di kinesiologia ho potuto notare dei risultati e dei cambiamenti veramente straordinari, in quanto attraverso i test muscolari che si vanno ad applicare, il paziente acquista consapevolezza dei suoi problemi anche a livello inconscio di cui non era consapevole. Anche a livello personale mi ha aiutato a fare delle scelte mirate su tutti i campi quali: la salute, il lavoro e le relazioni interpersonali posso concludere che la kinesiologia associata ad altre tecniche fa la differenza.

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