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Numero 2 Amelì Lasaponara

NutriMenti, alimentare l'anima

Si è appena conclusa la rassegna di arti visive
“NutriMenti 18 presenze nell’arte contemporanea”.

Riflessioni su un’istantanea di creativi messi a confronto con la complessità del contemporaneo

Per tutto il mese di maggio, il settecentesco Palazzo Pantaleo a Taranto, ha ospitato la rassegna di arti visive “NutriMenti 18 presenze nell’arte contemporanea”.
Tale evento è stato promosso dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro (Consiglio Provinciale di Taranto) e dalla Fondazione Cultura del Lavoro “C.d.L. G. Colucci”, in collaborazione con la Fondazione Rocco Spani Onlus” e l’Associazione di volontariato “Infanzia e Solidarietà” e patrocinata dal Comune di Taranto, Provincia, Regione Puglia, Università degli Studi di Bari e Lumsa.
Il Deus ex machina di tale progetto è stato il professor Giulio De Mitri, ordinario di Tecniche e Tecnologie delle arti visive contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. De Mitri è una delle personalità artistiche più complesse del nostro panorama nazionale poiché la sua fertile presenza è sempre in grado di sollecitare approfondimenti di lettura inesauribili, tale è la sua esigenza di ricerca.
La struttura del progetto risente proprio di questa esigenza: comprendere quale sia la necessità di approvvigionamento cognitivo e sensoriale dei giovani artisti coinvolti.
La curatela della rassegna è stata affidata a Sara Liuzzi, critica e storica dell’arte contemporanea: NutriMenti diventa un processo di sintesi necessario all’anima creativa di chi “produce” e di chi “osserva”. Liuzzi la definisce “una vera e propria Factory”, un “laboratorio-lavoro” crocevia delle idee e del compimento delle stesse.
Chi, come me, ha avuto la possibilità di presenziare al vernissage di tale rassegna di “arti visive”, trovandosi quindi, di fronte ad un panorama volutamente esteso alle creazioni artistiche e ad espressioni, talenti e manufatti, non può fare a meno di ricordare quanto sia stato vivo il dibattito su arte, artigianato e design, dalle sue origini fino al secolo appena trascorso, per non parlare degli ultimi recentissimi anni del “Misiad - Milano si auto produce design”, e di tutte le iniziative che gravitano attorno.
Osservando la rassegna nella sua globalità emerge un puntello storico tra tutti: l'idea della “Kunstwollen”, volontà d’arte che permette all’artista di esprimere lo spirito del suo tempo (Henry van De Velde).
Per realizzare tutto ciò l’artista ha necessità di essere libero. E liberi lo sono stati i 18 artisti della rassegna.
Dal fumetto alla video art, dal design alla pittura, il fruitore è stato coinvolto in una risposta multi sensoriale alla domanda d’origine: cosa significhi nutrire la mente nell’era contemporanea, di tecnologie, simultaneità e globalità.

Un cenno doveroso ai singoli artisti.
Dario Agrimi come sempre provocatorio e caustico, presenta un'opera il cui ossimoro concettuale costante appare amplificato dalla sintesi.
Michele Attianese si propone con “Cage”, in cui le geometrie formali appaiono come linee di costruzione che trasmutano in creazione musicale.
L’opera di Gabriele Benefico assurge a icona contemporanea in un vano tentativo di astrazione dall’altro (multimediale interconnesso) da sé.
Gennaro Branca crea una texture biologica, flora e fauna del processo cognitivo in atto. Micro e macro cosmo in una sorta di “Sequenza”percettiva.
Stefano Cagol presente con la sua proiezione che diventa energia pulsante della vita, e che risiede ovunque ci sia potenza di ricerca.
L’opera fotografica di Karmil Cardone celebra un’attesa. Il tempo appare sospeso, immobile, come il dubbio di un essere supremo che s’interroga.
Elisa Cella presente con la sua interpretazione della vita in continua mutazione, un ciclo perpetuo di alimentazione e cambiamento. Una essenzialità che amplifica la materia.
Un contrappunto di memoria è l’opera di Cristiano De Gaetano, con una citazione specifica dell’opera di Mueck che diventa soggetto e contesto di un ritratto emozionale.
Ancora una volta Danilo De Mitri rimarca la propria interiorità intessendola in geometrie scenografiche nude come nuda è l’immagine della riflessione.
Michele Giangrande celebra la preziosità di uno scripta manent , assurto ad opera pittorica. Scrivere, trascrivere, appuntare, diventano una vera e propria pittura segnica semantica. Un processo di stratificazione temporale ridotto, non nella sua storicità, ma nell’intervento tecnico.
Incredix rimarca il suo designer di recupero restituendo vita a tutto ciò che è dismesso come suprema forma karmica.
Sara Lovari con le sue valige che racchiudono scampoli di memoria percettibile attraverso gli oggetti contenuti in esse, ci rende partecipi di un viaggio odoroso del tempo che diventa universale sentire.
Paola Mancinelli artista del “Logos”, ancora una volta sceglie di raccontare, parlare, narrare attraverso l’iconografia delle parole. “Nessuna cosa avviene per caso ma tutto secondo logos e necessità” (Leucippo).
Stefania Pellegrini presenta un’opera che tesse (di fatto) le fila della storia tra straordinario e quotidiano. Tra destino segnato e contestazione dello stesso.
L’acqua è l’elemento fondamentale della vita e Jasmine Pignatelli supera tale concetto attraverso una ricerca specifica, chimica, molecolare e sonora. L’acqua si osserva e si ascolta nel linguaggio morse. È una vera e propria immersione sensoriale.
La chiave di volta di come possano convivere e relazionarsi le opere presentate è il lavoro del designer Giuliano Ricciardi. Il tavolo “Chiglia” è il concept del “fatto a mano” come valore primario, la sintesi tra eleganza, simmetria e natura.
Lucia Rotundo ancora una volta domina la memoria con l’assoluto silenzio delle sue superfici preziose. Il bianco, il merletto e l’oro celebrano il valore dell’origine delle cose. E bastano a sé stesse.
Maria Teresa Sorbara con la sua opera, diventa vestale della simbologia intrinseca al concetto di nutrimento. I semi necessari per intraprendere una nuova raccolta. Una coesione ancestrale con la terra che mai perirà.
Il vernissage è stato guidato dall'eleganza sapiente ed esperta del Dr. Silvano Trevisani, giornalista, critico e direttore della rivista L'Officina.
Ha accompagnato la mostra un significativo catalogo edito da Print me, per la Collana di Arte Contemporanea Imago, diretta da Sara Liuzzi, contenente testi istituzionali, critici, apparato iconografico e note biografiche sugli artisti.


NutriMenti, 18 presenze nell'arte contemporanea

a cura di Sara Liuzzi

Taranto, Palazzo Pantaleo (XVIII sec.)
Centro Storico- Rampa Pantaleo

6-29 maggio 2016

Ergane, Immagine Cultura
Dario Agrimi
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Michele Attianese
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Gabriele Benefico
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Gennaro Branca
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Stefano Cagol
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Kamil Cardone
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Elisa Cella
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Cristiano De Gaetano
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Danilo De Mitri
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Michele Giangrande
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Incredix
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Sara Lovari
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Sara Mancinelli
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Stefania Pellegrini
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Jasmine Pignatelli
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Giuliano Ricciardi
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Lucia Rotundo
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Maria Teresa Sorbara

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