Spazio X

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Foto: Matteo Fecola (PhotographicLecce)
Numero 2 Maria Carrassi

La Mummia e il fantasma

La serata volgeva al termine … il discorso sulla mummia ritrovata coperta di tatuaggi ci aveva intrattenuti per un bel po’. Alcuni avevano ascoltato in silenzio, altri avevano fatto delle riflessioni senza però riuscire a dare una spiegazione a quel mistero.
La prima domanda che era sorta spontanea era stata.
- Dunque i tatuaggi erano conosciuti già nell’antico Egitto?
- che dire?

Quando l’argomento intriga si fanno ipotesi e congetture, sta di fatto che era la prima volta che sentivo parlare di una mummia senza testa e senza braccia raffigurante una donna vissuta 3000 anni fa, con rarissimi tatuaggi sul corpo, dal potente significato religioso, che faceva parlare di sé.

Dopo una lunga disamina di tale argomento, di cui gli amici presenti avevano dato una loro interpretazione, una giovane ragazza, che in silenzio aveva seguito la conversazione, esordì dicendo:
- spero che non mi accada di vederla perché ne sarei terrorizzata.
Tutti si girarono verso di lei, incuriositi e in attesa di saperne di più.
E lei riprese :
- In genere mi accade di avere visite particolari dopo che partecipo a simili conversazioni.
Era il 18 giugno, io e altri tre amici eravamo a casa mia, soli e non sapendo cosa fare pensammo bene di scomodare il mondo dello spirito.
Io non credevo che con una semplice monetina ed un foglio di carta si potesse raggiungere veramente il mondo dei trapassati … Doveva essere per noi un momento di divertimento, invece ben presto ci accorgemmo che qualcosa di diverso stava accadendo. Facendo girare la monetina sul cartellone entrammo in contatto con un giovane ragazzo di 30 anni, morto per incidente stradale.
Appena arrivato cominciò a parlarci dell’incidente, raccontandoci dei particolari che all’inizio ci sembravano veramente assurdi riguardo alla dinamica dell’incidente stesso e poi dopo averci detto questo ci fu silenzio assoluto; nessun altro si fece sentire. Ci fermammo ancora un po’ a commentare il fatto e poi ognuno tornò nella sua casa.
Da quel momento, per circa una settimana, mi sono successe cose stranissime ... ero disperata, non sapevo a chi rivolgermi, i miei genitori mi prendevano per pazza perchè continuavo a piangere, spaventata senza un motivo apparente … intanto l’ombra di quel ragazzo, che noi avevamo contattato, cominciava a farsi vedere da me e a mandarmi dei segnali (tv che si accende da sola, luci che si spengono e accendono, porta che si apre e si chiude senza una causa apparente) per di più una notte mi sono svegliata perché sentivo che qualcuno mi stava sfiorando il viso ... ho aperto gli occhi di getto e, seduto sul bordo del letto ho visto la sua pallida figura che mi accarezzava il viso e mi sussurrava di non aver paura, diceva di volermi bene ... ma non è facile, ero terrorizzata ... ne parlai con mia madre che non credeva a quanto gli raccontavo e dopo una settimana circa, questo spirito si fece vedere anche da lei, dopo di che è sparito, senza lasciare traccia.
Non so perché quello che si è detto stasera mi sta suggestionando come se dovesse interessare me, ma non voglio pensarci.
Mi auguro che sia solo una mia paura.


Dopo quella sera, passarono alcuni giorni tranquilli.
La ragazza era felice perché nulla stava accadendo.
Ma si sa che la paura attira fatti paurosi, come il pensiero positivo attira positività e così una sera, nell’incontro con i soliti amici, ci raccontò quanto aveva vissuto.
- Un pomeriggio, mentre studiavo, all’improvviso ebbi un colpo di sonno che mi portò a distendermi su una poltrona. Davanti a me vidi una piramide non bene identificata … tutto era buio all’interno. All’improvviso dal fondo della piramide comparve una luce che si ingrandiva man mano che si avvicinava.
La paura cresceva, ma sentivo che qualcuno mi avrebbe aiutata.
Giunta a me vicina, nella luce intravidi una mummia senza testa e senza braccia … spaventata volevo uscire subito da lì ma l’ingresso della piramide era sbarrato dalla presenza della mummia. Ad un certo punto una voce risuonò all’interno della piramide, senza poter capire da dove provenisse … parlava una lingua che io non conoscevo ma dal tono sembrava a tratti minacciosa, a tratti accomodante.
Come fare a rispondere se non si conosce la domanda?
La mummia si stava inquietando perché non riceveva risposte e io allora cominciai a dire parole senza senso così come mi venivano, non essendo in condizioni di pensare, vista la paura che si era annidata in me.
All’improvviso tra me e la mummia comparve una lingua di fuoco molto grande che impedì alla mummia di colpirmi. Cercai un modo per scappare ma la mummia era sempre lì pronta ad impedirmelo. Ci provai in molti modi ma mi sembrava proprio - continuò la ragazza - che nonostante il fuoco volesse aiutarmi, per me non ci fosse la possibilità di uscirne.
Mi guardai intorno disperata, cercando una via d’uscita quando, alzando gli occhi verso l’alto, vidi l’ombra di quel ragazzo che mi faceva cenno di stare tranquilla, anzi mi tese una mano come per dirmi di affidarmi a lui che mi avrebbe sollevata da terra e portata fuori, ma i miei pensieri furono interrotti dalla voce che prepotentemente tornò a parlare.
Quella voce parlava di perdono ma io non capivo il senso.
Dopo che il mio amico mi ebbe portata fuori dalla piramide, magicamente mi sembrò di aver capito tutto quello che la mummia aveva detto.
Mi chiedeva aiuto a ritrovare la testa e le braccia mancanti, in nome di un grande bisogno di riappacificazione tra di noi, anime legate da una lontana parentela.
Mi incuriosii … chi era dunque questa ava che voleva riconciliarsi con me e farsi anche aiutare?
Il cuore mi batteva forte, cercai di mettere a fuoco l’immagine vista nella luce e pian piano tornò alla mente il volto di una donna vista in sogno anni prima.
Mi sentivo più serena, ero in parte rilassata e allora da fuori la piramide, presi coraggio e gridai: - chi sei? Perché ti rivolgi a me?
Intorno era tutto silenzio. Nel deserto si sentiva a tratti soltanto qualche folata di vento.
Questo mio accorato appello ebbe i suoi effetti.
La mummia uscì dalla piramide e accostatasi a me, che ormai sentivo che non voleva farmi del male, cominciò a parlarmi in un linguaggio strano ma del tutto comprensibile per me. Così mi raccontò di una vita vissuta sulle sponde del Nilo, che eravamo state cugine e che avevamo vissuto esperienze molto simili. Mi chiese di trovare le sue parti mancanti che gli erano state amputate da un uomo malvagio. Non poteva avere pace fino a che non le avesse ritrovate e riposizionate al loro posto.
Come faccio io a trovare le tue parti mancanti?
Lei mi rispose: - Cerca la testa e le braccia e qualcuno ti aiuterà. Quando le troverai dovrai posarle vicino al sarcofago dove io giaccio e così potrò riprendere in pace il mio sonno eterno.
Il compito era arduo ma quel mio misterioso accompagnatore mi rassicurò che sarei stata aiutata.
Non sapevo da dove cominciare la ricerca …

- Dobbiamo chiedere l’aiuto del Dio Horus, che attraverso il suo occhio vede e ci dà la possibilità di vedere l’invisibile e l’impossibile - disse il mio accompagnatore.

- Io non conosco il Dio Horus, non l’ho mai pregato ma cercherò di capire come fare ad ingraziarmi la sua benevolenza - gli risposi

Nei pressi di quella piramide c’era solo il deserto. Ero sola.
Il mio accompagnatore non si vedeva. La notte incombeva.
Avevo sentito parlare di iene che di notte cercano i cadaveri di cui cibarsi e un po’ di paura mi prendeva lentamente.
Dove andare? Da dove cominciare? Mi accovacciai presso la piramide e con il cuore invocai Horus perché mi aiutasse.
All’improvviso, come sbucato dal nulla, vidi passare un indigeno che vedendomi lì ferma e rannicchiata su me stessa, mi chiese : - Straniera cosa ci fai lì?
Attendo un segno di Horus, gli risposi, per sciogliere l’enigma che mi lega ad una mummia qui dentro sepolta.

Fai bene - mi disse e presa una tavoletta scrisse qualcosa - ecco leggi col cuore… lui ti ascolterà.
Così detto sparì. Con quella tavoletta in mano alla luce della luna cominciai a leggere con fervore:
“Salve potente Horus, la tua luce sia la mia, così che io possa attraverso di te, Figlio del sole, Luce Purissima ed eterna, Grande Falco dalle ali dorate, avere la visione che mi porterà giovamento. Dal Cielo proteggi il mio cammino e guida i miei passi sulla via della liberazione”.

All’improvviso nel Cielo apparve un falco che si fermò sulla cima della piramide. La mia attenzione fu attirata da un raggio di luce che proveniva dal suo occhio e sembrava volesse indicarmi la via. Fiduciosa seguii quel raggio e dopo un lungo girovagare mi trovai nei pressi di un’oasi.
Mentre stavo per entrare, un uomo, che era lì di guardia, mi si parò dinnanzi - straniera cosa ci fai qui nel deserto di notte, tutta sola?
Cerco le braccia e la testa - gli risposi. Al che quell’uomo si mise a ridere fragorosamente - mai potrai trovare entrambe le cose. O cerchi la testa o cerchi le braccia.
Non risposi ma, cautamente, cercai di entrare nell’oasi. Non fece opposizione, mi guardava con aria di compassione come si guarda una persona che non ha senno.
Camminavo a caso e raggiunsi al centro dell’oasi un pozzo … la luna illuminava quel fondale e si rifletteva. Tutto intorno era molto suggestivo.
Mi sedetti per terra in attesa di eventi. Passò una donna e vedendomi lì seduta mi chiese anche lei : - straniera cosa ci fai qui di notte, tutta sola?
Cerco le braccia e la testa - risposi.
Non puoi trovarle facilmente. Cerca Asef il vecchio saggio e lui ti dirà.
Dove lo trovo? - Risposi.
Cerca nell’oasi, al centro, lo troverai nella sua tenda.

Per strada incontravo gente ma sembrava che non mi vedessero, nessuno mi notava, e se chiedevo nessuno mi rispondeva … fiduciosa camminavo seguendo il raggio guida del falco.
Arrivai presso una tenda e mi accostai guardinga, per capire se ero nel posto giusto.
Una voce alle mie spalle mi chiese : - straniera cosa ci fai qui di notte, tutta sola?
Cerco le braccia e la testa - risposi.
Allora sei nel posto giusto … entra, Asef ti sta aspettando.

Nella tenda mi accolse il sorriso di un vecchio saggio con una barba bianca, tanto lunga che arrivava fino al pavimento. Era seduto su un tappeto nella posizione del loto e invitò me a fare la stessa cosa. Mi sedetti e aspettai che fosse lui il primo a parlare.

So cosa cerchi … la testa e le braccia … ma ciò che cerchi è in te … la testa è il tuo pensiero e le braccia rappresentano le tue azioni.
Ma veramente io cerco la testa e le braccia della mummia che si trova nella piramide Z … è una sua richiesta … devo aiutarla a trovare pace.
Quando l’uomo sa dominare i suoi pensieri l’uomo è padrone della sua vita, le braccia sono le azioni con le quali egli può far nascere l’amore e abbandonare l’odio e la vendetta.
Sul momento non capivo. Tacqui. Ma lui capiva le mie difficoltà.
Vai - mi disse - le risposte le troverai in te.

Me ne andai un po’ delusa … in quel deserto non sapevo quale direzione prendere, ero confusa … ma mentre cercavo di orientarmi, un battere d’ali mi riportò al presente e così vidi il falco che mi indicava di seguirlo. Arrivai alla piramide. Sotto la guida del falco avevo dimenticato il mio accompagnatore che intanto era sparito e non si faceva vedere. Eppure, pensai, aveva promesso di aiutarmi, ma ora era sparito e non potevo consigliarmi con lui. Che fare?
Entrai nella piramide e mi accostai al sarcofago che conteneva la mummia.
Mentre pensavo a cosa volesse dire trovare la testa e le braccia, senza pensarci due volte mi gettai su quel sarcofago e l’abbracciai con le lacrime agli occhi, mentre dicevo che volevo assolutamente aiutarla a trovare pace, anche se non sapevo cosa fare.

Mi addormentai così.
Quando aprii gli occhi mi trovai nel mio letto. Era stato solo un sogno o qualcosa di realmente vissuto?
Ero convinta che avessi vissuto in astrale quella esperienza perché mi trovai madida di sudore ma con il corpo completamente gelato. Mentre prendevo contatti con la realtà, ancora in stato ipnagogico, vidi qualcosa brillare ai piedi del letto. Intorpidita dal sonno, con fatica cercai di afferrare quell’oggetto.
Un piccolo fermacarte su cui c’era scritto “la pace è fatta”.
Che vorrà dire? - Mi chiesi, sperando che qualcuno mi aiutasse a comprendere.

La sera quel misterioso amico ricomparve mentre mi accingevo ad andare a letto e mi raccontò di due donne che, in tempi lontani, erano state rivali, così avevano litigato e che la donna mummia era deceduta senza che fra le due tornasse la pace.

Poi aggiunse: - Quel tuo abbracciare il sarcofago, ti ha riconciliata con la tua antenata e così pure la tua volontà di esaudire un suo desiderio. Hai ora capito perché la mummia voleva che tu ritrovassi la testa e le braccia? La testa ti indicava la volontà e le braccia l’azione. Le hai trasmesso amore con l’abbraccio che hai dato al sarcofago.
La mummia custode di un’anima viva non poteva trovare pace senza il tuo contributo perché la pace si fa in due.
Sia in vita che in morte si può vivere bene solo se si ha la serenità del cuore.

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