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Numero 2/2017 Gabriele Puscio

Primavera.
Arriva la stagione della semina del prato

Il mese di Marzo segna l’inizio della primavera, periodo in cui le temperature iniziano a salire e le giornate tornano ad allungarsi; è quindi il periodo ideale per la semina del prato, in quanto si hanno le condizioni ottimali per la riuscita dell’opera.
Prima di addentrarci nelle operazioni colturali necessarie per la realizzazione del tappeto erboso, facciamo una prima distinzione tra “prato naturale” e “prato artificiale” o “all’inglese”, il primo consiste in un manto erboso composto da specie erbacee spontanee miste, tipiche del luogo, il secondo, invece, è rappresentato da un tappeto erboso realizzato dall’uomo, composto da una o più essenze erbacee, selezionate appositamente.

Il “prato spontaneo” comprende più di trenta specie tra bulbose, aromatiche, graminacee, piante officinali e leguminose; queste ultime colonizzano gli spazi non occupati dalle altre, sono più resistenti alla siccità, amano i terreni argillosi e riescono ad arricchirli di azoto. Questo tipo di prato (spontaneo) segue il ciclo delle stagioni, mutando colori, profumi e portamento, inoltre richiede meno annaffiature e meno manutenzione rispetto al “prato all’inglese”. Tale manto erboso rappresenta la soluzione ideale per chi ama il paesaggio naturale e la vegetazione spontanea. Questo tipo di prato può essere realizzato sia per l’abbellimento del giardino, oppure può essere sfalciato, per destinarlo all’alimentazione del bestiame.

Il “prato inglese”, invece, come già menzionato, consiste in un tappeto erboso, realizzato interamente dall’uomo, esclusivamente per l’abbellimento di parchi, ville e giardini, in genere si tratta di un prato “monofita” (ossia costituito da una sola specie vegetale erbacea), oppure si può realizzare un prato “polifita” (ossia costituito da un miscuglio di specie vegetali erbacee). Si tratta di un prato vellutato, che richiede una maggiore manutenzione, rispetto al prato naturale, inoltre, al fine di favorire una buona riuscita del manto erboso, è necessario valutare i seguenti parametri: clima, esposizione, irrigazione e se soggetto ad eccessivo calpestamento; infatti, bisognerà ricorrere all’utilizzo della specie erbacea più indicata, in funzione dei parametri visti, presenti sul luogo su cui dovrà essere realizzato il tappeto erboso. I semi più indicati, per la realizzazione del prato, sono quelli che appartengono alla famiglia delle Graminacee come: Poa, Lolium, Festuca, Agrostis, si sviluppano velocemente e resistono bene a tagli frequenti. Ci sono, poi, tipi di erbe che si prestano a sopportare alte temperature e periodi di siccità ed altri meno.

Le fasi necessarie per la semina del tappeto erboso sono: “preparazione del fondo”; “semina”; “copertura del seme”; “cure colturali successive alla semina”.

La “preparazione del fondo” va eseguita con un certo anticipo rispetto alla semina e prevede la pulizia della superficie del suolo dalle erbacce, dall’eventuale vegetazione esistente, dalle pietre e detriti, lo smuovimento del terreno, mediante l’uso di vanga o zappa o motozappa, ad una profondità di 20-30 cm, interrando, anche, dello stallatico, in misura di 2,5-3 kg a mq. Dopo queste operazioni e prima della semina, poi, il terreno deve essere livellato accuratamente, eliminando buche e disformità varie della superficie, inoltre dovrà essere ben affinato, al fine di favorire una buona adesione al seme. Dopo aver effettuato una buona preparazione del letto di semina, si passa alla fase successiva, ossia la “semina”, quest’ultima si esegue distribuendo a mano o con spargitore, il seme, opportunamente scelto per il sito di interesse, in misura di 25-30 grammi per mq, accertandosi che venga fatta una semina uniforme su ogni mq della superficie interessata. Insieme alla semina, deve essere fatto il trattamento insetticida, per evitare che le formiche portino via i semi, tale trattamento si effettua, con insetticida in polvere, il quale viene mescolato col seme, poco prima della semina, oppure viene distribuito direttamente, in modo uniforme, sulla superficie interessata, subito dopo la semina. Si procede, poi, con la terza fase, ossia la “copertura del seme”, la “rullatura” e successiva “irrigazione”. La “copertura del seme” viene fatta distribuendo, sulla superficie seminata, della torba, in modo uniforme ed omogeneo, si passa, poi, alla “rullatura”, mediante l’uso di rullo, al fine di favorire il compattamento del terreno e l’adesione dello stesso al seme e infine “l’irrigazione” con pioggerella fina, per evitare lo spostamento dei semi e dare inizio alla germinazione, che si completerà a distanza di tre settimane dalla semina. In seguito alla comparsa del prato si procederà con l’accertamento dell’omogeneità dello stesso su tutta la superficie , se invece compaiono fallanze (ossia chiazze prive di erbetta), si dovrà ricorrere ad un’ulteriore semina, su tali chiazze spoglie.

Si passa, poi, alla quarta fase che riguarda le “cure colturali” rappresentate da: “irrigazione, concimazione, rasatura (o taglio del prato) e arieggiamento”; tali operazioni sono necessarie al fine di favorire la sopravvivenza del prato stesso, inoltre servono per mantenerlo folto, rigoglioso e di bell’aspetto.


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