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Numero 2/2017 Manuela Advita Zanisi

Yoga al femminile: la riunificazione di Shakti

Lei genera, concepisce, crea, nutre, tutto l’Universo

Shakti, nella concezione induista, è il divino nella sua manifestazione creatrice. Lei genera, concepisce, crea, nutre, tutto l’Universo. Shakti è perennemente attratta dal suo amato cosmico, Shiva, il Maschile divinizzato, creatore della medicina e della filosofia, della musica e della danza. Tutto ciò che esiste si manifesta per effetto dell’interazione fra i due poli opposti, uno statico-Shiva, e un altro dinamico-Shakti.
Quando il concetto di Dio comincia ad apparire tra gli umani, è Femmina. La Dea Madre è la rappresentazione della creazione, poiché è naturale attribuire alla donna l’atto della creazione della vita. Dal Neolitico ci arrivano testimonianze del culto della Dea Madre, che viene rappresentata in immagini, statuette, che la ritraggono con grandi seni e grandi fianchi.
Si deduce una società di tipo matriarcale, dove agli uomini erano affidati compiti esterni all’aggregato sociale (la caverna), caccia e approvvigionamento, e alle donne il compito di organizzare la socialità interna. I nuclei sono centrati intorno ad una grande anziana. I culti della Dea Madre si diffondono soprattutto nel Mediterraneo centro-orientale. La Dea Madre era identificata con la Terra, che porta frutti di sostentamento della vita umana. La Terra, dea Madre, così come la donna, si prende cura e nutre la sua prole. Con l’avvento successivo della vita stanziale e dell’agricoltura, il concetto di Dio cominciò a cambiare: il dio maschile relega la dea femminile in una posizione inferiore.
L’affermazione delle società patriarcali, tra il 3.000 e il 2.500 a. C. investe non solo la sfera religiosa, ma la società nel suo insieme. Attorno al 3.000 a. C., comincia ad imporsi una figura divina maschile, che lentamente soppiantò la Dea Madre con un Dio maschile, creando le basi per la subordinazione sociale della donna all’uomo. La mitologia greca scompone in più dee il concetto unico della Dea, togliendole potere.
La vita delle donne diventa proprietà dei padri, prima, e dei mariti, dopo. La linea di ereditarietà viene fissata nel maschile dai Codici Bizantini e il culto della Dea Madre, che simboleggia la divinità del Femminile, si tramanda per vie occulte. La caccia alle streghe che condanna alla tortura e alla morte sul rogo più di 60.000 donne, tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Seicento in tutta Europa, è considerata un olocausto sessista, dove la misoginia rimane un presupposto importante. Le donne, che fino alla fine del Medioevo godevano ancora di una certa libertà nel commercio e nell’artigianato, attività condotte talvolta in completa autonomia, con l’avvento dell’era moderna vedono la loro partecipazione alle attività svolte fuori dalle mura domestiche, scomparire del tutto.
Nel 1792 Mary Wolstonecraft scrive nel suo” Rivendicazione dei diritti della Donna”, che è ora di restituire alla vita delle donne la dignità perduta. Sono state gettate le basi del movimento politico culturale e sociale del Femminismo, che attraverserà tutto l’Ottocento, per la parità di diritti e di dignità tra uomini e donne, e che si conclamerà nel 1897 quando la Fawcett fondò la National Union of Women’s Suffrage, per ottenere il diritto di voto alle donne. Le suffragette vogliono non solo il diritto al voto, ma poter avere l’uguaglianza dei diritti civili, svolgere le stesse professioni degli uomini.
La Dea Madre si sta riunificando con il suo divino.
Il Movimento si risveglia nel 1960 negli Stati Uniti d’America, dopo la seconda guerra mondiale, che aveva visto le donne sostituire gli uomini nelle fabbriche. Sono anni di cambiamenti rivoluzionari. La pillola anticoncezionale verrà messa in commercio nel 1961, ridando alla donna la possibilità di decidere la riproduzione. Al grido di “Tremate tremate le streghe son tornate”, migliaia di donne scendono in piazza a riprendersi il potere del Femminile: la Dea.
Il 17 maggio 1981, l'Italia è al voto per confermare la legge 194 sull'aborto e per rendere più libero il ricorso all'interruzione di gravidanza. È la fine di una battaglia combattuta e vinta dal Neo-femminismo, la “seconda ondata” del femminismo, che si diffonde in Italia dal 1968 e che sarà attivo per tutti gli anni 70.Si definisce “seconda ondata” perché, a differenza del femminismo di fine Ottocento che poneva l'attenzione sul diritto delle donne all'uguaglianza e all'assimilazione al mondo maschile, nel 70 il nuovo pensiero femminista vede, come base della discriminazione, le differenze sessuali e biologiche, che si traducono in differenze culturali e sociali, relegando la donna a un ruolo subalterno. La critica politica parte da un ambito quotidiano, la sfera della vita domestica e ne mostra la caratteristica maschilista. Tra il 68 e il 72 nascono i gruppi di autocoscienza, le cellule-base, composte da sole donne, che si confrontano su argomenti estranei alla tradizionale concezione della politica: le esperienze di vita quotidiana, le relazioni, il proprio corpo, la sessualità. Attraverso la pratica dell'autocoscienza, il personale è politico, poichè è nel privato di ogni donna, nella relazione di coppia, nel rapporto sessuale, nella famiglia, che si perpetua il controllo e il dominio sessuale e sociale sul sesso femminile. Gli anni 70 sono, per l’Italia, gli anni delle grandi conquiste nell'ambito lavorativo, come nel 71 l'istituzione degli asili nido, che concretizza nel pratico il diritto al lavoro, acquisito nel 1963, col divieto di licenziamento per matrimonio e col diritto di accedere a tutte le cariche, compresa la Magistratura.
Nel 75 viene riconosciuta per legge la parità tra i coniugi e abolita la potestà maritale, in base alla quale una serie di “azioni correttive” erano possibili, come picchiare la donna per non avere lavato i piatti! Termina finalmente il ruolo della donna totalmente sottomessa e dipendente dalle scelte del “capofamiglia”. Nel 1981 nel codice è ancora in vigore, (ma verrà abolito nello stesso anno), il delitto d'onore, che permette all'uomo, marito, padre, fratello, di uccidere la donna per difendere la propria dignità.
Nell'ottobre del 76, a Roma, in via del Governo Vecchio, il Movimento delle Donne occupa la vecchia pretura. Nasce la prima Casa delle Donne, un centro contro la violenza sulle donne, che è anche consultorio self-help, asilo nido, laboratori artistici. Punto di aggregazione, di scambio di energie, parole, storie del femminile disgregato dalla società e dalla cultura. Cerchio di solidarietà e sinergie per il femminile che sta rinascendo e fortificando.
A Milano c'è il Collettivo di via Cherubini, e la Libreria delle Donne, che nel 1975 sceglie di diffondere con un gesto sovversivo il “nuovo” che le donne pensano e scrivono.
Il Neo-femminismo vede tra le sue fila Camilla Cederna, Dacia Maraini, Oriana Fallaci, e molte altre esponenti della cultura, che collaborano per la rivista Effe, fondata nel 1973.
In ogni cerchio, comitato, gruppo si parla della LIBERAZIONE DELLA DONNA, un concetto ampio e complesso, che in sostanza significa che le donne non devono seguire i modelli maschili fondati su competizione e prevaricazione, ma devono riscoprire “il femminile” della vita, le pulsioni profonde, la solidarietà fra donne.
Si lotta per la riappropriazione del corpo, per il controllo da parte della donna della riproduzione, con la liberalizzazione dell'uso della pillola e dei contraccettivi, e contro la mercificazione del corpo femminile, trasformato spesso dai media in oggetto di consumo.

È negli anni 70 che lo Yoga, storicamente maschile nell'ambito tradizionale indiano, si diffonde nel mondo femminile in occidente, di pari passo alla riappropriazione del proprio corpo da parte della donna. Per le donne lo yoga diventa una chiave d'accesso, attraverso il corpo, all'ascolto del femminile profondo, della Dea Madre, di Shakti, perchè la vita femminile è costellata di esperienze fisiche (gravidanza, climaterio, menopausa) e periodiche (ciclo mestruale), che portano ad un contatto profondo ed inevitabile col sentire emotivo. Finalmente se ne parla, nei gruppi di autocoscienza. Lo slogan “L'utero è mio, lo gestisco io” è il grido corale del Movimento nella battaglia per la riforma della legge sull’aborto nel 1981.
Lo Yoga viene a rappresentare anche uno strumento democratico, di uguaglianza sociale. Shiva e Shakti rappresentano l'unione tra pari e complementari, poiché Shiva, che è pura coscienza, senza l'unione con Shakti, diventa Shava, un corpo senza vita. Un'immagine iconografica del modello di società paritaria che il Neo-femminismo propone e ricerca.
La Donna incarna, nella rappresentazione di Shakti, il mistero della Creazione e il mistero dell'Essere, di tutto ciò che è e che diviene, che muore e rinasce. Essa è il principio universale di energia, potenza e creatività. La maggior parte dei praticanti e degli insegnanti è composta da donne, e per le donne risulta naturale partire dalla propria fisicità per comprendere il linguaggio emotivo e spirituale. Lo yoga diventa un strumento di consapevolezza fisica ed emotiva durante la gestazione, durante il parto. Diventa una chiave per accedere alla sessualità femminile e al raggiungimento dell’orgasmo, fino ad allora solo maschile. Diventa supporto nelle psicoterapie dedicate alle crisi emotive delle donne, il divorzio, il tradimento, l’aborto, la menopausa. Ai cerchi delle cellule-base, dei collettivi di autocoscienza, si intersecano i cerchi di pratica yoga.

“E la sera, quando si spengono le luci,
non riesco che pensare a questo,
che di me ritrovo soltanto frammenti,
immagini che non so riunire.
E mi vien voglia di piangere,
e di gridare che non può essere questa la nostra vita!”

Sulla rivista Il Male, una delle più importanti riviste satiriche italiane, fondata nel 1977 da Pino Zac, viene pubblicata questa poesia, per la festa delle donne. Essa descrive l'emozione di smarrimento della propria reale identità, di perdita di coscienza nel sociale del proprio sé personale, che spesso divampa nel “sentire “delle donne. Nei ruoli che la donna di diritto riconquista incontra un malessere che trova radice nella cultura patriarcale che oscura per secoli il mito della Dea.

Le donne nuove, moderne, emancipate, che di fatto si muovono in un mondo che da secoli è stato gestito dagli uomini, si sentono ingabbiate in archetipi del femminile, in modelli ancora di matrice maschilista. La Dea multiforme è suddivisa nelle 7 Dee. E perde il contatto con il suo divino.
Siamo Artemide e ci manca la nostra Afrodite, non riusciamo a ritrovare quella parte di noi e ce ne sentiamo private. O siamo Atena, la donna in carriera, pragmatica, impegnata nel lavorare sodo per affermarsi nella modalità del maschile, e abbiamo trascurato la nostra Demetra, soffocando il desiderio di essere madri.
Un'interessante ricerca yoga di S. Muzzi e di A.G. Ogier, pubblicata nel 2010, descrive una chiave di trasformazione per riunificare nella unità di Shakti, della Dea Madre, gli archetipi del femminile. Le Dee in cui il Femminile si manifesta, che devono poter riunirsi ed equipararsi per consentire l'equilibrio delle Energie Interiori, perchè noi donne contemporanee, immerse nel tessuto sociale e culturale attuale, diverso, modificato, più equanime, ma ancora discriminante su un piano culturale, non possiamo vivere e dare forza solo ad un aspetto della nostra vita. Le due autrici propongono asana, respirazioni, mantra, meditazione, per la ricomposizione armonica del mandala che rappresenta la psiche femminile. Ogni Dea, o archetipo, è rappresentata in un chakra. Riconoscendo l'archetipo che è diventato dominante, togliendo forza ed energia alle altre Dee, è possibile attuare la trasformazione, ossia rivitalizzare e reintegrare tutti gli aspetti del nostro Essere poliedrico.
Ne ho tratto un workshop di yoga e scrittura emotiva.” Yoga e Poesia di Shakti”: il mio personale contributo per la lotta contro la discriminazione e la violenza contro le donne. Ricominciare da dentro, dalla ferita profonda che la violenza e la discriminazione lasciano nella mente emotiva e nel corpo delle donne, per ripulirla dal dolore. Per ritornare a vivere. Per ritrovare l’Amore per Sé, che la violenza ha vigliaccamente rubato.

Il 21 gennaio 2017 ha visto milioni di donne, le donne con i cappelli rosa, scendere in piazza e manifestare pacificamente contro il Neoeletto Presidente USA Trump, simbolo di una politica discriminante. La Women's march, da Washington si è estesa in tutto il mondo.
Shakti è con noi.

Namastè

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