Spazio X

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Numero 2/2017 Fabio Alfonsetti

Alla scoperta dei misteri dell'universo:
il sistema solare e la sua formazione

Un affascinante viaggio alla scoperta dei misteri dell'universo, nelle immensità del cosmo

Cominciamo con questo numero un veloce ma affascinante viaggio alla scoperta dei misteri dell'universo. Può essere utile fornire alcuni numeri fondamentali per districarsi, in qualche modo, nelle immensità del cosmo.

13,7 miliardi sono gli anni d'età attribuiti all'universo visibile. A tale stima si è arrivati dopo numerose e sempre più precise approssimazioni, basate su complessi calcoli legati, in parole povere, alla velocità di allontanamento delle galassie fra loro, un valore noto col nome di costante di Hubble, dal nome del grande astronomo che contribuì a scoprire l'espansione dell'universo stesso.

4,6 miliardi di anni è l'età raggiunta dal nostro sistema solare.

100 miliardi almeno, è la stima del numero di galassie presenti nell'universo visibile.

200 miliardi circa, è il numero di stelle contenute in una grande galassia, come la nostra Via Lattea.

9461 sono i miliardi di km che la luce percorre in un anno, alla sbalorditiva velocità di 300.000 km al secondo. Ecco cosa si intende quando si parla di anno luce. E' un'unità di misura fondamentale per semplificare i calcoli relativi alle enormi distanze astronomiche.

149 milioni sono i km che separano mediamente la Terra dal Sole, l'equivalente di 8 minuti luce. Questo dato è noto col nome di Unità Astronomica e serve per avere un'idea delle distanze solo all'interno del sistema solare.

4,3 sono gli anni luce di distanza dalla stella più vicina, Alpha Centauri, la quale è in realtà un sistema triplo, formato appunto da tre stelle legate gravitazionalmente fra loro (cosa per nulla rara, è più raro trovare stelle singole, come il nostro Sole)


La formazione del sistema solare

La Terra, il pianeta sul quale viviamo, deve alla sua origine, come tutti gli altri corpi che compongono il Sistema Solare, alla formazione di una nube molecolare avvenuta circa 4,6 miliardi di anni fa, formata quasi esclusivamente (99%) da due gas, idrogeno e elio. Il restante 1% solamente era formato da altri gas e da materia solida, metalli e silicati.
Quest'enorme nube è successivamente collassata a causa del suo stesso peso, si è cioè andata concentrando verso il suo centro, dove è nato il Sole, la “nostra” stella. Ciò che non andava a confluire verso il centro, una piccolissima parte in realtà dell'intera nube, ha contribuito a fornire il materiale necessario alla formazione dei diversi pianeti, Terra compresa, delle loro lune, e di moltissime migliaia di altri corpi che fanno sempre parte del sistema solare, le comete e gli asteroidi, perché come i pianeti essi sono avvinti dall'enorme forza di gravità esercitata dal Sole.
Non è stato chiaramente immediato per gli scienziati giungere a questo modello ricostruttivo, che noi qui tracciamo solo superficialmente, ma esso ha tratto forza anche e soprattutto dall'osservazione che gli astronomi hanno potuto fare di alcune stelle poste nei nostri “paraggi” ma assai più giovani del Sole. Queste preziosissime osservazioni ci hanno consentito di conoscere “in diretta” la formazione di nuovi sistemi solari e per ciò di farci un'idea più precisa di quello che deve essere successo al nostro e, come volevasi dimostrare, attorno a queste giovani stelle sono stati osservati dischi di materia molto piatti costituiti da polveri e gas, “spazzati” dalle forti radiazione (il cosiddetto “vento stellare”) dei loro giovani soli. E' stato così che abbiamo potuto suffragare l'ipotesi concernente l'origine del nostro Sistema Solare.
Dobbiamo immaginare questa moltitudine di corpuscoli, svariati miliardi, come tanti mattoncini, i quali unendosi fra loro in moti vorticosi ma sempre causati dalla forza di gravità, avrebbero poi costituito i diversi pianeti. La particolarità di questo “gioco con i Lego”, è costituita dal fatto che la composizione dei pianeti del nostro sistema solare è rigidamente diversa, come vedremo meglio in seguito, poiché ai quattro pianeti “interni” rocciosi, fra cui la Terra, fanno seguito i quattro pianeti “esterni”, che sono sostanzialmente delle enormi sfere di gas, simili per composizione al Sole. Da questo ne consegue che il disco di materia costituitosi attorno al nostro giovane Sole era costituito nelle vicinanze da metalli, cioè il materiale più pesante, e nelle sue parti più lontane da gas, cioè da materiale più leggero. Però questa situazione non va assolutamente generalizzata: ormai abbiamo scoperto molte centinaia di pianeti extrasolari, ruotanti cioè attorno ad altre stelle della nostra galassia, ed è frequentissimo trovare pianeti gassosi, come i nostri Giove e Saturno, ruotare nelle immediate vicinanze della loro stella.

Ergane, immagine spaziox
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