Spazio X

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Numero 2/2017 Maria Carrassi

Poltergeist o energia psichica?

“spirito chiassoso”

Per caso si trovava a passare davanti a un covone di paglia in una buia campagna illuminata solo dalla luna, quando al suo passare il covone prese fuoco.
Lo spavento fu forte pensando che qualcuno fosse lì nascosto a spiare i suoi movimenti. Come poteva essersi così incendiato dal nulla quel covone? Non c'era corrente elettrica in quel posto, come poteva essere possibile una combustione automatica in una notte umida e fredda? Impossibile con la nebbia e, nel raggio di cinque km, non si era vista ombra di uomo.
Tornato a casa ripensava al fatto, ma ancora non aveva compreso il perché degli strani spegnimenti al suo passare nelle case degli amici. Seduto sul suo dondolo cominciò a cercare nella memoria i fatti rimasti senza una spiegazione.
La prima volta era accaduto all'età di 15 anni. Era andato in casa di un suo amico e al suo ingresso tutte le luci si erano spente. Quell'episodio fu considerato causa di un corto circuito o di un improvviso calo di tensione. Poi era accaduto ancora qualche anno dopo quando in barca con un amico all'improvviso il motore si era spento. Anche allora nessuno riusciva a comprendere il perché, essendo state prese tutte le precauzioni possibili prima di partire.
Ancora era accaduto che ad una festa danzante le luci si accendevano e si spegnevano al suo passare. Tutti ridevano e lo canzonavano ma, nessuno credeva veramente che potesse essere lui la causa di quel fenomeno.
Ora il covone di paglia prendeva fuoco all'improvviso. Cosa c'era in lui che creava questi fenomeni?
Pensò di andare a farsi visitare e così fece.
I medici interpellati però non trovarono in lui nulla di anomalo.
Intanto il ragazzo non si dava pace. Come mai da lui si sprigionava tanta energia? Cercò di ricordare i momenti di tali accadimenti che non aveva mai considerato seriamente.
Il giorno dopo andò in biblioteca e chiese libri sui fenomeni di poltergeist, così lesse che in passato erano accaduti fenomeni caratterizzati da incendi spontanei ma anche da altre manifestazioni fisiche distruttive e clamorose, come la sparizione improvvisa di oggetti, spostamento di mobili, fuoriuscita di acqua dai muri, pioggia di sassi dentro stanze chiuse.
Lesse anche che, nei secoli passati, certi fenomeni venivano attribuiti all’intervento degli spiriti dell’Aldilà e le persone colpite ricorrevano agli esorcisti. Nell’Ottocento si cominciò a osservare che spesso quei fenomeni si scatenavano in concomitanza della presenza, nell’ambiente, di ragazzi o ragazze in età puberale o di persone anziane con problemi conflittuali. Allontanate quelle persone, la fenomenologia spariva.
Queste constatazioni diedero il via a studi compiuti da celebri ricercatori, tra cui Sigmund Freud, e si arrivò alla scoperta di un tipo di energia psichica, provocata da conflitti interiori, da stati ansiosi, da impulsi sessuali repressi, da aggressività compresse, che possono, a volte, “scaricarsi” all’esterno dell’individuo con potenza inaudita.
A questi fenomeni è stato dato il nome di “poltergeist”, termine tedesco che significa “spirito chiassoso”.
Quanto andava leggendo gli confermava quello che uno psichiatra gli aveva detto, e cioè che poteva trattarsi di problemi irrisolti.
Ma lui non credeva di averne.
Allora decise di rivolgersi ad uno psicologo col quale trovò subito una certa sintonia così che gli fu facile raccontare le stranezze della sua vita.
Le conversazioni divennero momento di conoscenza del suo sé e di riflessione.
Ai genitori preoccupati, presenti alla prima seduta, lo psicologo spiegò che senza ricorrere ad ipotizzare interventi strani da parte del mondo sottile, l'unica plausibile spiegazione si doveva trovare nello stato d'essere del soggetto in questione, al momento dell'accadimento.
Giorno dopo giorno quelle chiacchierate con lo psicologo gli fecero venire dei dubbi.
Riemergevano fatti della prima infanzia che lo avevano traumatizzato. Ricordò lo shock che aveva provato alla vista del suo cane impiccato, il suo dolore grandissimo che non poteva trovare sfogo in un capro espiatorio né rassegnazione, ben convinto però che la mandante dell'uccisione del suo cane fosse stata la nonna che, palesemente, non lo sopportava.
E da lì erano nati problemi con la scuola e in famiglia, si sentiva impotente, aveva odiato sua nonna che gli aveva fatto uccidere il cane. Allora, se avesse potuto l'avrebbe ammazzata, ma aveva dovuto soffocare la sua rabbia perché, che fosse stata lei, prove non ce n'erano. La tenera vecchietta tutta cuore e coccole capace di così brutte azioni.
Raccontò tutto questo allo psicologo, cercò di vomitare tutta la rabbia che aveva dentro, ma nulla accadeva. I fatti si ripetevano. Così un giorno mentre era in sala di attesa gli sembrò che un grande fuoco uscisse dalla sua testa e senza rendersi conto ben presto le tende della stanza presero fuoco, scattò l'allarme ed il medico uscì dalla sua stanza.
Non credeva ai suoi occhi, poteva ora constatare di persona. Chiese chi fosse stato ma nessuno sapeva rispondere perché nessuno si era alzato dalla sedia. Il medico guardò Luigi che chiaramente si sentiva colpevole ma non responsabile e capì che aveva bisogno di amore più che di cure. L'equilibrio interiore si raggiunge quando si è compresi da chi si vuole bene.
Lo psicologo cominciò a preoccuparsi seriamente… cosa fare per aiutare quel ragazzo che innocentemente circolava per le vie della città come una potenziale bomba? si rese conto che poteva fare del male senza avvedersene.
Si incontrarono il giorno dopo… e Luigi gli raccontò un sogno che aveva fatto durante la notte: «Ho sognato di essere a casa di una mia amica, Stefania, e che il fratello di lei, Federico, mi raccontava di essere stato legato da suo padre al letto con una decina di corde. Mentre lui raccontava, continua Luigi, notai alle spalle di Stefania, una pentola sul fornello, le cui fiamme erano alte tanto da avvolgere la pentola. Spaventato l'ho attirata a me per allontanarla dal fuoco ma, posando lo sguardo sulle mani ho notato tra le dita una luce bianco azzurra come una carica di elettricità altissima. A questa vista mi sono svegliato».
Lo psicologo gli disse che le sue ipotesi erano confermate dal sogno. Lo invitò a fare mente locale se da bambino era stato maltrattato da suo padre tanto da indurlo a covare odio. Secondo lo psicologo era lì la chiave del suo disturbo.
Purtroppo ancora oggi gli studiosi non sono ancora riusciti ad avere le prove per le loro ipotesi, l'unica cosa che è stata constatata è che, da esami encefalografici, si è appurato che le energie in questione sono collegate a onde cerebrali di alta frequenza, chiamate Beta, responsabili anche dei fenomeni di psicocinesi.

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