Cultura

Ergane Immagine Cultura
Numero 2/2017 Amelì Lasaponara

Immaginario collettivo:
sessant’anni di storie d’arte del Salento

Diciassette le opere esposte,
tutte appartenenti alla collezione privata di Enzo Scaramuzza

Nelle recenti e vivaci attività culturali pugliesi un ruolo di pregio spetta alla rassegna "Immaginario Collettivo: sessant'anni di storie d'arte del salento", inaugurata il 13 dicembre presso il Centro Culturale Scaramuzza a Lecce, in Via Libertini 70, con il contributo del noto critico d'arte Toti Carpentieri e la presenza di alcuni degli autori delle opere.
Il successo della Collettiva ha procrastinato il finissage a domenica 22 gennaio, ben dieci giorni in più, di quello programmati.
Scaramuzza Arte Contemporanea è un centro culturale che fa del figurativo la propria cifra stilistica di divulgazione. Per questo, il Centro promuove l'opera di maestri nazionali ed internazionali, molti dei quali, di nascita salentina.
Diciassette le opere esposte, tutte appartenenti alla collezione privata di Enzo Scaramuzza, la cui incessante attività e, contestuale divulgazione sociale, rende merito al ruolo del collezionista che, investendo concretamente nell'arte, diventa egli stesso specchio della cultura, capace di incidere sulle tendenze del proprio tempo.
L'opera d'arte è, per il collezionista, una necessità dettata da una passione irrefrenabile. Questa passione è il fil rouge che lega le nove presenze artistiche.
La rassegna ha avuto come protagonisti: Tonino Caputo, Edoardo De Candia, Ugo Tapparini, Antonio Massari, Ercole Pignatelli, Vittorio Tapparini, Fernando De Filippi, Ezechiele Leandro, Luca Pignatelli.
Il contributo delle opere di ciascun maestro è stato contrappunto temporale figurato. L'iconografia emotiva, traslata in linguaggi e coloriture, ha segnato indelebilmente la cultura dello stesso territorio salentino, ma con il contrafforte di un risultato d'insieme, corale.

Fernando De Filippi, nato a Lecce nel 1940, vive e lavora a Milano. Attualmente è Presidente dell'Accademia di Belle Arti di Lecce. È stato per lungo tempo alla direzione dell'Accademia di Brera. Nell'ambito della rassegna "Immaginario Collettivo" ha presentato un imponente acrilico su tela sagomata che, come una sorta di porta della percezione (celebre la frase di William Blake "Quando le porte della percezione si apriranno tutte le cose appariranno come realmente sono...Infinite") custodisce lo spirito mistico-mitologico come esigenza necessaria del vivere. Le opposizioni simboliche degli elementi naturali sono sempre intessute in una sorta di soprannaturale creazione cosmica, incapace di piegarsi a volontà terrena, di cui diventa stilla di un evo contemporaneo non troppo dissimile, nelle emozioni, ad evi precedenti.

Vittorio Tapparini è un artista che ha fatto della sperimentazione la sua strada maestra. Nato a Lecce nel '61, attualmente utilizza un linguaggio intriso di espressionismo emotivo che diventa levità surreale. I suoi colori trasmutano le increspature dell'anima spandendola in energia vitale. Ciò che è cupo, pensoso, risorge riscatto. In mostra due opere della precedente fase di ricerca materica: "Apertura Mentale" e "Rinascita".

Ezechiele Leandro (Lequile, 10 aprile 1905 - San Cesario di Lecce, 17 febbraio 1981) è stato un pittore e scultore radicato sul territorio salentino. È l'autore del Santuario della pazienza a San Cesario. In mostra due esempi della sua pittura multimaterica. In realtà, l'opera di Leandro è scandita da un grafema terroso, carico, ancestrale, che si ripete come multiplo di sé stesso creando un esercito di figure, che come totem primitivi vegliano sull'integrità di un territorio.

Ercole Pignatelli, nato a Lecce nel '35, vive a Milano dagli anni Cinquanta seppure sia rimasto profondamente legato alla propria città natale. In mostra ha presentato "Basamento con Frutta" e la grande "Nudo con vaso", opere che sottolineano un legame profondo con gli archetipi di un territorio connotato dalle sinuosità del barocco, rielaborate da un linguaggio più mitteleuropeo. L'alternanza di risiedere temporaneamente in luoghi assai diversi tra loro, incide su una certa "resilienza" artistica. Esser capace di coniare l'elemento natale che diventa mutevole.

Luca Pignatelli, nato a Milano nel 1962, è di origine leccese. Il suo stile è stato definito "realismo visionario". L'artista utilizza vecchi teloni di copertura dei vagoni ferroviari come supporto per le icone dell'immaginario spirituale, le quali, appaiono intessute, cucite, appuntate come farebbe la maestria di un sarto. Il sarto della memoria sublimata in materiali grezzi, semplici ma che evocano il viaggio, la migrazione reale o surreale, di un pensiero che spesso si fa ricordo. In mostra presenta "Treno" e "Afrodite".

Ugo Tapparini (Lecce 1933 - 2016) pittore, scrittore e giornalista, è stato un personaggio pubblico versatile della cultura leccese. Nelle sue opere sono riscontrabili tratti dell'espressionismo tedesco, a cui l'artista ha sottratto volutamente la connotazione drammatica, conferendovi un linguaggio sì incisivo, ma ironico e colorato. Una satira grafica sulle piccolezze umane. In mostra ci sono stati due vivaci acquerelli.

Tonino Caputo nato a Lecce nel 1933, è un artista eclettico. Trasferitosi nella capitale attorno agli anni 50, ha speso la sua vita tra l'informale capitolino degli inizi ed i suoi viaggi all'estero. Prima tra tutte le capitali: New York. Gli skyline, i ponti e le periferie desolate, aprono così, un varco nell'ambito di una produzione metafisico-metropolitana. Il suo nomadismo intellettuale lo pone all'interno della cultura contemporanea come una delle personalità più interessanti. Nella rassegna sono state esposte due nature morte: "Concertino" e "Chitarra".

Antonio Massari è un artista nato a Lecce nel 1932 e vissuto a Milano. Da qualche anno è rientrato in Puglia. Noto al grande pubblico come "il meccanico delle acque", definizione coniata da Pierre Restany negli anni '70, ha in realtà iniziato le sue sperimentazioni con l'acqua alla fine degli anni 50 con le prime "onde dalle ali di farfalla". La sua espressività confluisce in un astrattismo puro, fatto di carte assorbenti, inchiostri ed acqua. Ed il medium diventa così, esso stesso opera d'arte.

Edoardo De Candia (Lecce 1933 - 1992) è stato un artista complesso. Le sue personali vicende ne hanno scandito la produzione artistica, che si è snodata da un'arte informale iniziale per giungere ad un'esasperazione grafica ed emotiva della bellezza femminile. Le febbrili esecuzioni grafiche e pittoriche, i suoi palpiti emotivi sono stati ampiamente documentati dal caro Antonio Verri, che in un suo bellissimo scritto, rievoca quella splendida stagione artistica e letteraria che furono i primi anni Cinquanta a Lecce.

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