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Numero 1/2017 Cosimo Bagnulo

I giochi dell'infanzia e le conseguenze negative

Sin da piccoli gli stereotipi che ci vengono propinati possono alla fine risultare deleteri

Ogni cucciolo di animale (non ho esperienza riguardo alle piante, ma mi piace pensare che anche esse giocano, magari col vento!) ha una naturale propensione al gioco. Tutto diventa gioco: un pezzo di carta, un rametto, una pietra, una scarpa, un calzino, eccetera eccetera.
Osservare gli animali domestici (cani, gatti) che si divertono ad inseguire un gomitolo o un qualsiasi oggetto che capiti loro fra le zampe è veramente gioioso e rilassante.
Il cucciolo umano non è diverso dagli altri animali ma ha delle qualità in più: quella di manipolare, trasformare e anche quella di immaginare e creare. Vi è mai capitato di osservare un bimbo che parla con se stesso davanti allo specchio, recitando la parte di un personaggio inventato sul momento? Mia madre mi ha raccontato che da piccolo lo facevo spesso e lei, a distanza e senza farsene accorgere, seguiva tutti i miei dialoghi allo specchio e se la spassava gioiosamente alle mie spalle. Se si incontrano due o più famiglie, diciamo al parco, ognuna si sceglie, inizialmente, un posto appartato e distante dagli altri, ma se ci sono dei bambini la distanza diventa naturalmente virtuale perché i piccoli immediatamente interagiscono con gli altri bambini ed iniziano a giocare fra di loro, nonostante si conoscano appena o non si conoscano affatto.
Questo mi riporta ad un brano evangelico in cui quasi si intravede un sorriso di compiacimento di Gesù mentre osserva dei bambini che giocano ed indicandoli ai suoi discepoli dice: “Se non sarete come quei fanciulli, non entrerete nel Regno dei Cieli”. Non è molto diversa la tradizione dell’India in cui si afferma che il Mondo è “Lila” e questo termine sanscrito indica “Il Gioco di Dio”.

Ora vi invito ad un momento di gioco delle mie figlie, qualche anno fa:
Tanto disordine in casa, ma un divertimento senza limiti in cui c’è posto per tutti e senza spese! Pensate ora al contrasto tra questa spontaneità espressiva dei bambini e quella dei giochi standard e stereotipati imposti loro dagli adulti. Una femminuccia deve giocare con bambole, bambolotti, cucinini, lavatrici, passeggini, cullette, deve insomma da piccola impersonare quello che farà da grande. Praticamente è come se si dicesse alla bambina: “Il tuo destino da grande è quello di essere madre, moglie e una brava massaia!”. Un maschietto deve giocare con le armi, impersonare un eroe vincente dei fumetti, deve amare le moto, le macchine e soprattutto non deve piangere mai, perché solo i deboli piangono!
Tutto questo supportato con forza dall’industria dei giocattoli che si intromette prepotentemente nei programmi televisivi coi loro insistenti e reiterati spot pubblicitari su bambolotti da accudire, piatti da cucinare, armi spaziali, eccetera eccetera.
Si comprende facilmente che queste forme di induzione sono molto deleterie per il benessere dei bambini che poi diverranno adulti. Cosa succede se una bambina condizionata da piccola a fare la mamma, non riesce a procreare? Sapete che statisticamente i tumori all’utero e al seno sono più frequenti nelle donne che non riescono a procreare? Vi siete mai chiesti perché molte delle patologie neoplastiche delle donne si manifestato dopo la menopausa? Pensate che possa esserci un nesso fra queste patologie devastanti e i giochi imposti a queste donne da piccole? E cosa succede ai maschietti, costretti da piccoli a fare i duri, se hanno dei cali di prestazioni nei rapporti di coppia. Quante prostatiti, adenomi o carcinomi prostatici!
Pensate che ci sia un nesso tra queste patologie e le induzioni ludiche dell’infanzia?
Io credo di sì.


La mia scelta di genitore responsabile

La mia esperienza ambulatoriale e l’osservazione di tanti casi con esiti infausti, legati solo ad una mancata maternità o ad un’impotenza, mi ha stimolato a prevenire questi possibili risvolti negativi nelle mie figlie.
Ho letteralmente riempito la mia casa di pannelli da costruzione, ho stimolato le bambine alla collaborazione e condivisione delle esperienze di gioco a cui ho partecipato sempre attivamente e come si può vedere dalle foto il risultato è stato veramente “appagante”.
In questo ho potuto notare anche un altro aspetto divertente: quando qualche parente o amico faceva i soliti regali di bambole e bambolotti, le bambine non li hanno presi neanche in considerazione, perché erano troppo monotoni in rapporto ai giochi sempre nuovi e creativi che nascevano dall’uso dei pannelli.
Ciò che differenzia un uomo da ogni altro animale è il maggior sviluppo delle facoltà mentali e sono convinto che il miglior modo di aiutare i bambini a crescere sani è quello di fornirgli da piccoli il “cibo per la mente”.
In relazione a quanto trattato qui, in un prossimo articolo affronterò la questione di quelle che mi piace definire “Le Malattie Culturali”.

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