Spazio X

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Numero 1/2017 Adriano Forgione

Il progetto della creazione

La teoria del Disegno Intelligente è una nuova corrente scientifica che non accetta il darwinismo. L’analisi delle sue principali linee guida mostra sorprendenti analogie con la Genesi secondo i Libri di Saggezza e con quelle che sono le verità esoteriche codificate nella geometria sacra

L’enigma più grande che l’Uomo deve affrontare è il mistero delle origini della vita. Il cervello umano è in grado di comprendere solo parte dell’infinita catena di eventi che ha portato alla Genesi dell’universo e della vita. È noto che tutte le grandi fedi, gli insegnamenti mistici e il pensiero filosofico hanno sempre sostenuto la Genesi come un processo di creazione ad opera di un creatore. A questa visione si oppone la moderna scienza di stampo galileiano, che considera l’evoluzione della vita come una semplice catena di eventi frutto del caso.
A questo proposito, il 31 ottobre scorso, il pontefice Benedetto XVI si è espresso sul tema della Creazione in questi termini: «Non c’è opposizione tra il concetto di creazione legato alla fede e l’evidenza delle scienze empiriche. (…) La natura è un libro scritto da Dio, lo credeva anche Galileo e le successive scoperte non escludono la percezione del cosmo come un insieme ordinato».
Queste parole hanno reso attuale anche in Italia una diatriba che, soprattutto negli Stati Uniti, sta tenendo banco anche nelle aule di tribunale, vale a dire la lotta tra i sostenitori dell’evoluzionismo darwiniano e quelli di una corrente alternativa di pensiero chiamata “Teoria del Disegno Intelligente”. Si tratta di un insieme di scienziati che sostengono l’inadeguatezza delle attuali teorie scientifiche relative alla nascita e all’evoluzione della vita. Più specificamente questi affermano che l’evoluzione delle specie enunciata da Darwin presenta troppi punti oscuri e che le specie viventi hanno avuto troppo poco tempo per poter evolvere nelle forme diversificate che vediamo oggi. Dunque la risposta a queste inadeguatezze è stata la nascita del Movimento del Disegno Intelligente, i cui membri sostengono che una forma di intelligenza ha agito in un preciso momento della storia universale per provocare i “salti evolutivi” che Darwin e la sua teoria non sono stati in grado di spiegare. Non si tratta però della ridefinizione scientifica del Creazionismo biblico, né il Disegno Intelligente si esaurisce alle specie viventi. Questo infatti estende il progetto creativo del Disegno Intelligente all’intero universo (o multiverso). Per quanto incredibile, sono scienziati ad affermarlo, dunque le loro affermazioni vanno prese seriamente, anche in considerazione del fatto che tale Disegno Intelligente sembra sposarsi perfettamente con quanto affermano tutte le grandi tradizioni spirituali e le loro Dottrine di Sapienza.

Un’intelligenza creatrice
Uno dei sostenitori di questa visione è lo spagnolo Antonio Martinez, dottore in medicina e oftalmologia, membro dell’associazione internazionale Medici e Chirurghi per l’Integrità Scientifica il quale, in una recente intervista rilasciata al giornalista David Zurdo, ha affermato: «La teoria del Disegno Intelligente si limita ad offrire un altro paradigma alla biologia, un altro modello, che si basa sulla prova che nello sviluppo delle specie viventi è intervenuta un’intelligenza non necessariamente ascrivibile ad alcun libro sacro. Semplicemente constata che la vita non si può spiegare con il fattore “caso”, con il trascorrere del tempo o con l’intervento di mutazioni. In base a ciò, la biologia deve cambiare modello, accettando che la complessità delle informazioni immagazzinate nel DNA, all’interno del nucleo di una cellula, non può essere attribuita solo a questi fattori. Dunque il Disegno Intelligente propone un nuovo sistema di intendere la biologia, non darwinista, che implica la necessità di questa intelligenza nella disegno della vita. Darwin parlava di “selezione naturale” attraverso un meccanismo per cui il più forte sopravvive. Il Neodarwinismo parla delle mutazioni alla base del meccanismo di selezione naturale. Ma oggi, con la conoscenza del materiale genetico, con la conoscenza del fatto che le leggi dell’esistenza risiedono nel carico genetico di ciascuna specie, ci troviamo di fronte ad una grande domanda: come è stato possibile che una specie si sia evoluta in un’altra più complessa? Le mutazioni avanzate dai neodarwinisti non sono in grado di spiegarlo in quanto una minima mutazione del patrimonio genetico o non produce nulla oppure produce infermità e morte. Le mutazioni positive sono una chimera teorica e non una realtà sperimentale. Non si conosce nessun meccanismo biologico che produca un incremento delle informazioni nel DNA in una specie per migliorarla». Dunque Martinez disconosce, come i suoi colleghi aderenti al nuovo paradigma, il darwinismo e i suoi meccanismi, sebbene l’Intelligenza da questi chiamati in causa non sia quella dei libri sacri. Dunque, anche il Disegno Intelligente, stando alle parole di Martinez, sebbene ascriva a un’intelligenza la genesi della Vita, non specifica di quale intelligenza si tratti, lasciando un alone irrisolto sulla sua natura, chiarendo solo che la teoria non parla di Dio, o almeno non del Dio dei libri sacri. Certo, parlare di un Creatore in termini religiosi è fuorviante, ma se pensiamo che in grandi saggi di ogni epoca hanno sempre indicato questa Intelligenza alla base del creato come un’energia unificante e attiva presente nel microcosmo e nel macrocosmo, da cui tutto ha preso e prende forma, allora le cose cambiano. Non un Dio barbuto ma un Architetto di pura energia, una Costruttore di pura Coscienza. Vedremo più avanti come la scienza ha preso in esame proprio questa possibilità. Chi può escludere, infatti, che le mutazioni positive reputate impossibili da Martinez, avvengano invece realmente, in quanto frutto di una forma di intelligenza diversa da come la concepiamo, una forma di pura coscienza insita nella natura e nella vita stessa? Non è assioma di ogni grande Tradizione Spirituale che il regno di Dio è dentro e fuori di noi? Nel Vangelo di Tommaso troviamo scritto che «Il Regno di Dio è dentro di te e tutto intorno a te. Non è negli edifici di pietra e cemento. Spezza un legno e io ci sarò, alza una pietra e lì mi troverai».
Dunque, esistono dei meccanismi sconosciuti che la scienza non riesce ancora a comprendere e studiare in quanto appartengono a sfere differenti di realtà ma che sembrano agire nella creazione e in noi. Personalmente sono certo che il Sole e le sue radiazioni (particolarmente in questi ultimi 10 anni di straordinaria attività esplosiva) siano solo l’aspetto visibile di questo meccanismo trasformativo che agisce profondamente sul DNA, apportando mutazioni infinitesimali ma significative. I moderni Cerchi nel Grano sono testimoni e veicolatori di questi messaggi trasformativi a carattere solare, così come gli Antichi egizi affermavano che Ra (il Sole) fosse l’aspetto manifesto di ciò che è immanifesto. Nell’Induismo si dice che Atman e Brahman sono UNO, dove Atman è la Coscienza individuale, mentre Brahman è la Coscienza universale. Dunque gli Antichi erano molto chiari nell’indicare la relazione tra due aspetti diversi della Grande Coscienza Unica che è alla base della Creazione, e questo come vedremo, è relazionato proprio al DNA, la sede del regno divino in noi, il punto di unione tra Coscienza individuale e Coscienza universale.

Il DNA e la geometria del Cosmo
Se andiamo ad osservare la struttura stessa del DNA ci rendiamo conto di come questa sia profondamente legata alle forme universali e macrocosmiche, a conferma di un Disegno Intelligente non solo teorizzato, ma reale, fatto di matematica e geometria all’interno della natura. Il DNA di cui stiamo parlando è infatti una doppia spirale, un binario scalare che è la matrice della Vita e che sembra possedere una coscienza insita nella sua struttura, un mediatore-matrice tra un mondo fatto di spirito e uno fatto di materia. È il DNA il messaggio nascosto nell’episodio biblico della visione di Giacobbe e della Scala Divina, su cui salivano e scendevano angeli di Genesi 28:12 «Una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per la scala». Questa scala è proprio il DNA, con i pioli rappresentati dalle molecole nucleotidi, e gli angeli che salgono e scendono che, a mio parere, sono proprio i poteri mediatori (o messaggeri) tra il mondo spirituale di pura energia e quello materiale. Poteri che si esprimono attraverso le caratteristiche del suono e della luce; in breve attraverso le frequenze. È la scienza ad averlo confermato. Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno studiato le qualità vibrazionali del DNA, dunque le sue frequenze, verificando che questo reagisce alle onde elettromagnetiche e a quelle luminose. Impiegando le giuste frequenze, il DNA è in grado di autoripararsi. All’interno di quest’esperimento, Garjajev e il suo team hanno affermato di aver anche scoperto che il DNA, può creare delle interferenze nel vuoto, arrivando a produrre dei microtunnel spazio-temporali, equivalenti ai cosiddetti "ponti Einstein-Rosen" del macrocosmo. Ponti di connessione tra due livelli “multiversali” di esistenza, la cui funzione è del tutto analoga all’operato degli angeli (i messaggeri) nel sogno di Giacobbe. Questa relazione tra il DNA e la teoria del Disegno Intelligente è molto più che una chimera. Non solo i saggi compilatori della Bibbia ma anche gli antichi Greci conoscevano la struttura del DNA ben due millenni prima che Francis Crick e James Watson la scoprissero, e la avevano eletta a emblema di medicina, simbolizzandola nel Caduceo di Hermes, caratterizzato da due serpenti arrotolati intorno ad un bastone. Anche il Caduceo era simbolo sia di guarigione che del messaggero celeste. Dunque le antiche conoscenze e la più moderna scienza confermano le qualità multidimensionali del DNA e aggiungono ulteriore validità alla nuova teoria scientifica del Disegno Intelligente, che nel tempo non potrà non tenerne conto.
Abbiamo detto, infatti che il DNA è una doppia scala a chiocciola. Questa scala necessita di dieci pioli per effettuare un giro completo, esattamente come avviene per l’Albero della Vita della Cabala, che conta dieci Sephirot. Lo studioso Stephen Skinner, nel suo saggio Geometria Sacra, ha dimostrato come il progetto geometrico del DNA si apprezzi meglio se visto dall’alto. «Se osserviamo il DNA dalla verticale - afferma Skinner - la sua struttura ricorda molto la forma della lettera greca Phi (?), cioè la proporzione aurea equivalente a 1,6180, e geometricamente consiste in una serie di pentagoni doppi che formano la vista assiale composita della doppia ellisse del DNA, la cui rotazione completa contiene dieci molecole di fosfato e zucchero. Il Phi è parte integrante della costruzione del pentagono e il patrono geometrico più importante della citata vista assiale del DNA, che rivela tre grandi doppi pentagrammi. Ogni pentagono crea un’intersezione con altri due, in modo tale che queste intersezioni presentano la proporzione aurea iscritta nella struttura assiale di questa molecola». Dunque, se il DNA è relazionato, attraverso la sua struttura geometrica di base, all’intera creazione ne consegue che l’Uomo è fondato su tale un Progetto Geometrico Intelligente. Non è dunque un caso se questi sia inseribile in un pentagono, visto che è il solido alla base del progetto del DNA. Non deve meravigliare, dunque, se nel corso della sua storia le civiltà hanno voluto imitare l’atto creativo divino, erigendo templi e piramidi secondo le stesse proporzioni. Questi non sono altro che simulacri della relazione vibrazionale, e per derivazione geometrica, esistente tra Dio, quale energia creante e l’Uomo, quale unico essere su questo piano che non solo contiene in sé tale potenza (solo se ne è consapevole) ma che è anche in grado di renderla manifesta. È per questo che l’Adamo Primordiale, l’indiviso, l’Essere Androgino perfetto, era l’amato e il guardiano dell’Eden. E’ nella Cabala che possiamo ritrovare una ulteriore elaborazione di questo concetto. Nel Midrash ebraico è spiegato che Abramo era dapprima pagano ma presto si rese conto dell’esistenza di un Dio unico grazie alla magnificenza del creato affermando che «L’ingegnosità del Progetto rivela l’Opera di un Progettista». Anche Filone Alessandrino in De Opificio Mundi scrisse: «Quando [Dio] concepì il disegno di fondare “la grande Città”, in una prima fase ne strutturò nella propria mente i modelli secondo cui sarebbe stata creata, componendo i quali portò a compimento prima il mondo intelligibile e poi, servendosi di esso come prototipo, quello sensibile».

Un Universo Cosciente
Incredibile a dirsi ma questa storia sacra ha una corrispondenza proprio nella scienza più attuale, quella che oggi è sostenuta dai fautori del Disegno Intelligente. Il fisico americano Andrei Linde, come molti suoi colleghi, afferma che l’Universo, o meglio, il Multiverso, possiede un’impronta uniforme e sembra essere disegnato affinché non sia l’Uomo a doversi adattare ad esso, ma il contrario. Questo Universo sarebbe strutturato per adattarsi all’Uomo. E’ ciò che è conosciuto come “Principio Antropico”, divulgato per la prima volta dal fisico Brandon Carter dell’Università di Cambridge nel 1973. Carter affermò che una serie casuale di leggi avrebbe lasciato l’universo morto e oscuro e che le leggi della fisica stesse, per come le conosciamo, sono “tarate” per far emergere la vita e, dunque, l’Uomo. Un’innumerevole serie di fattori concomitanti avrebbe quindi fatto sì da permettere la vita, un numero talmente alto che è contro ogni legge statistica e ogni calcolo delle probabilità, secondo questi fisici contemporanei. «La Vita non sembra essere una componente accidentale dell’Universo – ha detto Linde – ma pare esserne il suo fine ultimo. Se solo uno di questi innumerevoli fattori fosse stato solo di poco diverso da quello che è, oggi non esisteremmo». Linde ha anche speculato che la coscienza potrebbe essere una componente fondamentale dell’Universo, proprio come lo spazio e il tempo, e questo sarebbe dimostrato dalla relazione rilevata in laboratorio tra l’osservatore e le particelle osservate: le due componenti si influenzano vicendevolmente. Ciò dimostra che tutto forma un sistema unico dove la coscienza ha la sua parte. In breve, la Creazione esiste in quanto esiste qualcuno che la osserva. Non è forse questa la ragione insita nella creazione dell’Uomo, narrata da tutte le Grandi Tradizioni Spirituali di ogni epoca e luogo, semplicemente spogliata dei suoi elementi allegorici e simbolici? Non è stato sempre detto in antico che Tutto è Uno? «Senza qualcuno che osservi l’Universo - ha affermato Linde - l’Universo non esisterebbe». È questo il significato più recondito dell’Occhio Onniveggente simbolo della tradizione Cristiana, come di altre culture ancor più antiche. Anche il Fisico James Gardner, si è espresso in termini simili con la sua teoria dell’Universo Autocosciente, affermando che la vita e l’intelligenza sono i primari fenomeni cosmologici e che tutti gli altri fenomeni, vale a dire ciò che la fisica definisce “costanti fondamentali” per l’Universo, sarebbero in realtà solo secondarie. Gardner ha speculato che alla base di questa creazione, nei primi momenti di vita di questo e di altri universi, vi sia stata una “forma di vita intelligente altamente evoluta” che lo ha provvisto di un “codice cosmico” (un insieme di leggi fisiche e costanti) finalizzato alla vita, in grado, una volta giunta al massimo stadio di evoluzione (consapevolezza) di ripetere il ciclo. Chi può mai essere questa forma di vita altamente evoluta alla base della creazione? Alieni? Personalmente non credo. Questi scienziati fanno come i bambini che tirano pietre con la fionda per poi nascondere la mano. Non hanno il coraggio di parlare di una forma di Coscienza Universale per paura di creare una commistione tra la loro teoria e elementi spirituali, e vedersi derisi dalla comunità scientifica di cui fanno parte. Ma qui non si parla di Dio in termini religiosi quanto nei termini che le grandi Tradizioni libere da dogmi ci hanno tramandato, vale a dire Coscienza, dunque Informazione immortale. L’Uomo, quale essere al massimo stadio di evoluzione, si comporterebbe come il DNA, avendo come compito quello di essere l’organo riproduttivo della creazione stessa, in grado di spargere il seme della creazione e le sue costanti geometriche in lui insite. A questo punto, siamo giunti a definire quello che è lo scopo ultimo del grande Disegno Intelligente, che riunifica Scienza e Spirito, vale a dire la Coscienza/Consapevolezza. La Creazione, frutto di un’intelligenza che è Coscienza genera nuova Coscienza in forma embrionale: l’Uomo. Questi possiede i semi di questa coscienza ma li esprime solo al massimo grado evolutivo, quello di colui che ha attivato il suo Corpo di Luce e dunque diviene Pura Luce e, nuovamente, pura Coscienza. È così che questo processo si completa, è così che l’Uomo torna ad essere divino e a generare una nuova creazione. Questo è anche il significato della storia del Graal, la Coppa di Luce, che sarà conquistata da uno solo tra milioni di individui, dal campione. L’Uomo che si divinizza, che attiva il proprio Corpo di Luce, è come l’unico spermatozoo che feconda l’ovulo. Egli è gamete maschile di una nuova creazione, dove la cellula uovo è il mondo animico che così fecondato genera un nuovo essere, fatto di Pura Luce.

L’Esagramma e l’Universo
È proprio quest’essere divino che sembra essere il punto di arrivo della creazione, e questa creazione, di per sé multidimensionale, potrebbe essere fondata sul suo sigillo, su uno schema geometrico fondamentale che ritroviamo in gran parte delle Tradizioni di Saggezza. Queste assegnavano all’Uomo Divino un simbolo geometrico particolare, ciò che nella Cabala è chiamato Magen David, l’Esagramma o Sigillo di Salomone. Un particolare simbolo che è stato inserito anche nei progetti geometrici delle cattedrali e basiliche cristiane, così come nelle sinagoghe ebraiche e nelle moschee musulmane. Lo ritroviamo nella cultura induista, simbolo del 4° chakra, il chakra cardiaco, legato alla realizzazione completa dell’Uomo Divino. Dunque se il Tempio è metafora dell’uomo che ha in sé la divinità, può la Creazione stessa essere Tempio di Dio e sacralizzata dalle stesse regole geometriche? Stando alla teoria di un fisico americano, Garrett Lisi, parrebbe di sì. Non è Lisi ad affermarlo ma lo desumiamo noi in base ai risultati che questi ha portato all’attenzione internazionale. Lo studioso ha delineato un modello matematico che descrive la struttura dell’Universo chiamato E8. Il modello E8 non solo spiega la sua multidimensionalità (conterebbe 248 dimensioni) ma la struttura stessa della creazione sarebbe basata sulle delle strutture geometriche che porterebbero alla definizione di una griglia energetica, su cui si è fondato l’intero cosmo. Questa griglia è un Esagramma, una sorta di Yantra. Dunque il Disegno Intelligente, se Lisi ha ragione (la sua teoria è stata salutata come rivoluzionaria dai colleghi e sarà presto messa alla prova) contiene in sé lo stesso schema di Geometria Sacra che gli Antichi associavano al divino. La domanda sorge dunque spontanea: Essendo l’impronta genetica di Dio nel cosmo basata su questo schema, gli Antichi ne erano a conoscenza quando lo hanno replicato nei loro monumenti sacri? Da dove proviene tale sapere a noi giunto solo per trasmissione generazionale?
Insomma, tutto nel creato sembra basarsi su un progetto preciso, e la teoria del Disegno Intelligente, nata in seno ad un gruppo di scienziati che non accettano le teorie evolutive tradizionali, sebbene non parli di una divinità, a questa si lega indissolubilmente, per quanto involontariamente, essendo le sue acquisizioni del tutto sovrapponibili e corrispondenti al Sapere che da lontane epoche, civiltà e uomini sapienti, ci arriva: Tutto è Uno, quell’Uno è Dio e quel Dio è in noi.


Adriano Forgione è Direttore del mensile “FENIX, Enigmi del Sacro e della Storia”. Ricercatore nell’ambito delle scuole di Conoscenza Tradizionale, è esperto simbolista e ricercatore poliedrico nel campo della storia segreta e della metastoria del genere umano. Può essere contattato a: adriano.forgione @xpublishing.it

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